Quali sono i criteri ambientali minimi nel settore edile?
Le stazioni appaltanti sono chiamate alla gestione ambientale mediante l’adozione di procedure specifiche, in grado di affrontare le molteplici tematiche concernenti le attività di cantiere e i loro effetti sull’ambiente. Le imprese di costruzione, dal canto loro, saranno spinte a una progressiva diffusa adozione dei Sistemi di Gestione Ambientale conformi alla norma ISO 14001 o al Sistema EMAS.
Nelle prossime righe, analizzeremo i 5 indizi che fanno presagire una nuova fase nella gestione ambientale nei cantieri, clicca l’argomento di tuo interesse per passare direttamente al paragrafo dedicato.
1. Attenzione crescente del legislatore
Dal punto di vista normativo e regolamentare, il cantiere edile è oggetto di attenzione crescente da parte della specifica legislazione di settore che ha individuato nei Sistemi di Gestione Ambientale conformi alla ISO 14001 una risposta alle crescenti esigenze di tutela ambientale. Ecco, a seguire, i principali riferimenti.
- Lgs. 20 agosto 2002, n. 190
Attuazione della L. 21 dicembre 2001, n. 443, per la realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici e di interesse nazionale: ai progetti delle infrastrutture si applicano le norme di cui all’allegato tecnico previsto dall’art. 2-bis (omissis) art. 10, comma 1, lett m), «l’adozione, entro la consegna dei lavori, di un sistema di gestione ambientale dei cantieri sviluppato secondo i criteri di cui alla norma ISO 14001 o al Sistema EMAS (regolamento CE 761/2001) o ad altri sistemi asseverati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio».
- Lgs. 12 aprile 2006, n. 163. Codice degli appalti
Allegato XXI Allegato tecnico di cui all’art. 164 (opere legge obiettivo):
- PROGETTO DEFINITIVO: art. 10 lett. m) indirizzi preliminari per la definizione, in fase di progetto esecutivo, del manuale di gestione ambientale dei lavori, e per l’adozione, entro la consegna dei lavori, di un sistema di gestione ambientale dei cantieri sviluppato secondo i criteri di cui alla norma ISO 14001 o al Sistema Emas (regolamento CE 761/2001) o ad altri sistemi asseverati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio;
- PROGETTO ESECUTIVO art. 21. lett. b) il manuale di gestione ambientale dei cantieri, che deve essere redatto conformemente a quanto previsto dalla norma ISO 14001 o dal sistema Emas (Regolamento Ce n. 761/2001) o da altri sistemi asseverati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio.
- Lgs. 7 luglio 2011, n. 121 (di modifica del D. Lgs. n. 231/2001)
Dal 16 agosto 2011 è in vigore l’art.25 – undecies che prevede l’introduzione di numerosi illeciti ambientali tra i reati presupposto della responsabilità amministrativa degli enti: «un’organizzazione che abbia come riferimento uno schema di gestione ambientale secondo la ISO 14001 e/o EMAS risulta avvantaggiata in quanto tiene monitorati e controllati con continuità e sistematicità i propri aspetti ambientali significativi diminuendo la possibilità di incorrere in reati collegati».
- Lgs 18 aprile 2016 n. 50 (Nuovo Codice Appalti), art. 34
Impone che le stazioni appaltanti, per conseguire gli obiettivi previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della PA, inseriscano, nei documenti di gara per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la gestione dei cantieri, tutte le specifiche tecniche e le clausole contrattuali definite per il 100% del valore a base d’asta. L’appaltatore deve dimostrare la propria capacità di applicare misure di gestione ambientale durante l’esecuzione del contratto in modo da arrecare il minore impatto possibile sull’ambiente, attraverso l’adozione di un sistema di gestione ambientale, conforme alle norme di gestione ambientale basate sulle pertinenti norme europee o internazionali e certificato da organismi riconosciuti.
2. Nuovi criteri per le gare d’appalto
La recente maggiore discrezionalità delle stazioni appaltanti di selezionare l’appaltatore utilizzando il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, in alternativa al tradizionale criterio del massimo ribasso, ha modificato in modo sostanziale i loro comportamenti.
Per selezionare appaltatori più qualificati, parte del punteggio di valutazione è frequentemente attribuita al possesso di certificazioni del sistema gestionale aggiuntive rispetto a quella (ormai obbligatoria) del sistema qualità ISO 9001. Fra queste certificazioni, quella richiesta con maggiore frequenza è sicuramente quella relativa al sistema di gestione ambientale ISO 14001 o EMAS.
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Questa impostazione ha trovato nuovo impulso con il D.Lgs 18 aprile 2016 n. 50 – Nuovo Codice Appalti.
L’art. 34 del Codice impone che le stazioni appaltanti, per conseguire gli obiettivi previsti dal piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della PA, nei documenti di gara per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la gestione dei cantieri, inseriscano almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi adottati con decreto del Ministro dell’Ambiente.
I Criteri Ambientali Minimi (CAM) riportano delle indicazioni generali volte a indirizzare gli enti pubblici verso una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti e forniscono delle considerazioni ambientali, collegate alle diverse fasi delle procedure di gara per qualificare dal punto di vista della riduzione dell’impatto ambientale sia le forniture sia gli affidamenti lungo l’intero ciclo di vita del servizio/prodotto.
L’appaltatore deve dimostrare la propria capacità di applicare misure di gestione ambientale durante l’esecuzione del contratto in modo da arrecare il minore impatto possibile sull’ambiente, attraverso l’adozione di un sistema di gestione ambientale, conforme alle norme di gestione ambientale basate sulle pertinenti norme europee o internazionali e certificato da organismi riconosciuti.
In sede di verifica, l’offerente deve essere in possesso di una registrazione EMAS (Regolamento n. 1221/2009 sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit), in corso di validità, oppure una certificazione secondo la norma ISO:14001 o secondo norme di gestione ambientale basate sulle pertinenti norme europee o internazionali, certificate da organismi di valutazione della conformità.
Sono accettate altre prove relative a misure equivalenti in materia di gestione ambientale, certificate da un organismo di valutazione della conformità, come una descrizione dettagliata del sistema attuato dall’offerente (politica ambientale, analisi ambientale iniziale, programma di miglioramento, attuazione del sistema di gestione ambientale, misurazioni e valutazioni, definizione delle responsabilità, sistema di documentazione) con particolare riferimento alle procedure di:
- controllo operativo che tutte le misure previste all’art. 15 c. 9 e c. 11 di cui al DPR 207/2010 siano applicate nel cantiere
- sorveglianza e misurazioni sulle componenti ambientali
- preparazione alle emergenze ambientali e risposta
Altro aspetto riguarda ai capitolati d’appalto: tra le diverse esperienze, quello predisposto da Italferr per tutti gli appalti di lavori emessi in nome e per conto delle società del gruppo Ferrovie dello Stato rappresenta un interessante riferimento.
A partire dal 2005, Italferr ha previsto l’adozione (anche se non l’obbligo della certificazione) di un sistema di gestione ambientale relativo al singolo cantiere e ne specifica le caratteristiche in un allegato tecnico largamente sovrapponibile alla norma ISO 14001.
Per gli appaltatori già certificati ISO 14001 o EMAS, Italferr prevede poi il beneficio di una minor frequenza dei controlli in cantiere sul sistema di gestione ambientale della commessa. Se vuoi saperne di più sull’argomento dei CAM, leggi il post dedicato!
3. Linee guida per la gestione ambientale dei cantieri
A marzo 2017, l’ARPA Toscana ha pubblicato le Linee guida per la gestione dei cantieri ai fini della protezione ambientale che costituiscono indicazioni generali di buona pratica tecnica, da adottare per tutelare l’ambiente nel corso delle attività di cantiere e delle operazioni di ripristino dei luoghi.
Il documento, nelle intenzioni di ARPAT, è dedicato ai proponenti per la redazione dei documenti a supporto delle procedure di VIA/verifica o l’inserimento nell’eventuale capitolato d’appalto, a cui l’impresa esecutrice dovrà attenersi per lo svolgimento dei lavori.
Gli argomenti trattati riguardano l’impostazione del cantiere e le relative modalità di conduzione, con riferimento alle seguenti tematiche specifiche:
- inquinamento acustico
- emissioni in atmosfera
- risorse idriche e suolo
- terre e rocce da scavo
- depositi e gestione dei materiali
- rifiuti
- ripristino dei luoghi
Il documento, che affronta i diversi argomenti in modo generale, è un utile strumento applicabile in più situazioni, fornendo indicazioni di massima sugli aspetti che devono essere trattati nella documentazione e nella gestione dei cantieri di opere sottoposte a VIA/verifica di assoggettabilità a VIA.
Soprattutto nel caso di opere pubbliche, le linee guida costituiscono un utile riferimento anche per i cantieri di piccole dimensioni esclusi dalle procedure di VIA di cui al D. Lgs. 16 giugno 2017, n. 104.
In tema di gestione ambientale di cantieri temporanei e mobili, un utile riferimento è costituito dalle Linee guida SGA per un’impresa di costruzione redatte dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili.
4. Progettazione ambientale della fase di realizzazione
La progettazione ambientale della fase costruttiva riveste un ruolo determinante per migliorare l’interazione con il territorio di riferimento e le popolazioni coinvolte.
Anche su questo tema, come per i capitolati d’appalto, la società di riferimento è Italferr che da qualche anno sviluppa, per ciascun intervento infrastrutturale, elaborati progettuali specifici (Progetto Ambientale della Cantierizzazione e Progetto di Monitoraggio Ambientale) per individuare gli aspetti ambientali significativi correlati alle lavorazioni di cantiere, nonché le misure di mitigazione e le attività di monitoraggio ambientale necessarie a garantire un corretto presidio ambientale del cantiere.
Il Progetto Ambientale della Cantierizzazione (PAC) è la parte di progetto che ha l’obiettivo di:
- individuare e valutare gli aspetti ambientali significativi legati alle attività di cantiere
- definire le misure di mitigazione e le procedure operative per contenere gli impatti ambientali connessi
Il progetto viene elaborato impiegando i dati relativi alla cantierizzazione delle opere, con particolare riferimento:
- all’individuazione delle aree di cantiere
- delle lavorazioni condotte al loro interno
- delle tipologie di macchinari utilizzati
- della viabilità interna e della viabilità pubblica interessata dai mezzi di cantiere
- dei quantitativi e tipologie di materiali movimentati per la realizzazione delle opere
Nel PAC viene effettuata una valutazione degli aspetti ambientali correlati alle attività di cantiere per definire quali risultino significativi e le modalità di gestione degli stessi. Per le componenti ambientali significative sono pertanto indicate opportune misure di controllo operativo quali ad esempio:
- interventi di mitigazione diretti (barriere anti-rumore mobili di cantiere, barriere anti-polvere, bagnatura e spazzolatura piste e viabilità)
- interventi di mitigazione indiretti (prescrizioni e raccomandazioni da attuare in fase di realizzazione delle opere)
Il Progetto di Monitoraggio Ambientale (PMA) prevede l’attuazione di un programma di monitoraggio delle componenti ambientali correlate alle attività di realizzazione dell’opera con lo scopo di:
- verificare le eventuali variazioni che intervengono nell’ambiente in riferimento alle fasi di costruzione ed esercizio dell’opera
- risalire alle cause ed individuare eventuali azioni di mitigazione degli impatti ambientali indotti
Il PMA definisce, per le fasi ante, corso e post operam, componenti ambientali significative, punti di misura, parametri da monitorare, frequenze, sulla base delle risultanze del Progetto Ambientale della Cantierizzazione.
Tra le componenti ambientali (ad esempio rumore, acque, suolo, vegetazione, atmosfera, vibrazioni, campi elettromagnetici, ecc.) oggetto del monitoraggio è previsto anche il monitoraggio della componente ambiente sociale nell’ottica di una migliore interazione con il territorio di riferimento.
5. Audit ambientali
Per audit si intende la verifica sistematica e documentata di elementi rilevanti per determinare se un’organizzazione, un’attività o un luogo risulti conforme a criteri stabiliti come riferimento.
Lo scopo degli audit ambientali nei cantieri è di verificare il livello di raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale prefissati, relativamente alle attività e opere in corso di esecuzione che includono quelle di cantiere per la costruzione delle infrastrutture, dei manufatti e l’installazione degli impianti.
I criteri che possono essere assunti come riferimento per l’esecuzione degli audit ambiente dei cantieri sono i seguenti:
- Normativa ambiente nazionale
- Normativa ambientale regionale e locale
- Manuale di Gestione Ambientale del Cantiere, predisposto dall’Appaltatore (se applicabile)
- Piani di protezione ambientale, predisposti dall’Appaltatore o dalla Stazione Appaltante (se applicabile)
- Prescrizioni definite nelle procedure VAS e VIA
- Prescrizioni definite da qualsiasi autorizzazione o imposte dalle autorità di controllo competenti
- Standard di Buona Pratica per un’ulteriore riduzione dei rischi ambientali e per i lavoratori
Oltre alla verifica della coerenza con i criteri stabiliti, gli audit consentono l’identificazione e l’analisi delle cause di non conformità, effettive o potenziali, al fine di indicare le azioni correttive o preventive che possono essere messe in atto per risolvere le non conformità rilevate e minimizzare il livello di rischio ambientale e le ripercussioni a livello penale, amministrativo, di reputazione e immagine.
La sorveglianza ambientale del cantiere diventa, pertanto, uno strumento efficace per la prevenzione e la risoluzione delle problematiche ambientali connesse alla fase di costruzione delle opere, nonché uno strumento di valutazione per la stazione appaltante che consente di perfezionare le scelte progettuali individuate per una corretta gestione ambientale del cantiere attraverso un processo di feedback continuo.
NEXTECO è una società specializzata nella progettazione ed erogazione di servizi di ingegneria e di assistenza tecnica.
Da anni si occupa di pianificazione e programmazione territoriale, progettazione e direzione lavori di opere e interventi di mitigazione e compensazione, studi di impatto ambientale, monitoraggio e gestione ambientale, conservazione della natura, sviluppo sostenibile e altro ancora!
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