L’assegnazione del Codice
Il Codice Aziendale o Codice Stalla viene assegnato obbligatoriamente dai Servizi Veterinari delle ASL ai sensi del DPR n. 317/1996 e della Circolare n. 11 del Ministero della Sanità del 14 agosto 1996, in applicazione della Direttiva 92/102/CEE, successivamente l’azienda viene registrata nella BDN – Banca Dati Nazionale – Reg. (CE) n. 21/2004 e della Circolare 28 luglio 2005 del Ministero della Salute.
Il Codice Aziendale è di tipo alfanumerico e identifica lo Stato, il codice ISTAT del Comune, la Provincia ed infine comprende una numerazione progressiva assegnata ad ogni allevatore su base comunale (es. IT001VI001: IT=Italia-001=ISTAT-VI=Vicenza- 001=numero progressivo).
Il Codice di Stalla ottenuto resta in vigore fino ad eventuale richiesta di revoca da parte del proprietario. Nel caso dei bovini però il codice può decadere automaticamente dopo 3 anni dall’ultima movimentazione di animali. È importante quindi rivolgersi ai Servizi Veterinari competenti sul proprio territorio che analizzeranno caso per caso e verificheranno se il codice è decaduto o se basta semplicemente riattivarlo.
I risvolti urbanistici in Veneto
Da un punto di vista urbanistico gli allevamenti, in particolar modo quelli di tipo intensivo, rivestono un ruolo importante nella pianificazione e nella zonizzazione territoriale.
Questo perché essi producono inquinamento generando una serie di residui che incidono sulla qualità dell’ambiente (es. scarti alimentari, rifiuti solidi, acque di lavaggio, deiezioni animali) e che sono responsabili della produzione di odori.
Gli allevamenti intensivi sono quindi strettamente collegati al concetto di inquinamento potenziale.
Così come espresso dalla L.R. n. 11/2004 si definisce Allevamento zootecnico intensivo “il complesso delle strutture edilizie e degli impianti a ciò destinati, organizzati anche in forma industriale, non collegati con nesso funzionale ad una azienda agricola”. La DGR n. 856/2012, definisce più in generale l’allevamento “come il perimetro dei fabbricati adibiti a ricovero e/o qualsiasi struttura per la raccolta e lo stoccaggio dei reflui zootecnici o similari da esso derivanti”.
La L.R. n. 11/2004 definisce l’esigenza di determinare delle distanze minime tra il perimetro dei fabbricati dell’allevamento e gli insediamenti urbani e si applica sia a nuovi allevamenti che ad ampliamenti, riconversioni, trasferimenti ed adeguamenti tecnologici degli allevamenti preesistenti che alle strutture scoperte per il trattamento e lo stoccaggio degli effluenti di nuova realizzazione.
I criteri introdotti dalla DGR n. 856/2012
La DGR n. 856/2012 definisce le modalità di realizzazione degli allevamenti zootecnici intensivi e le distanze sulla base del tipo e dimensione dell’allevamento rispetto alla qualità e quantità di inquinamento prodotto. In sostanza la Delibera qualifica gli allevamenti esistenti siano sia generatori di fascia di rispetto sia elementi generatori di vincoli.
Gli allevamenti intensivi vengono infatti inseriti all’interno del Piano di Assetto del Territorio (PAT) nel quale saranno rappresentati graficamente nella Tavola n°1 “Carta dei vincoli”, in quanto elementi generatori di vincolo.
Al Piano degli Interventi (PI) verrà invece demandata la reale individuazione delle fasce di rispetto. Tutto questo è meglio specificato nei due nuovi sussidi operativi presenti nella DGR n. 816 del 6 giugno 2017 – BUR n. 56 del 09/06/2017.
Le fasce di rispetto che vengono generate da un allevamento sono di tre tipi:
- Distanze minime reciproche degli allevamenti zootecnici dai limiti della zona agricola (100-700 m);
- Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (50-250 m);
- Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili concentrate (100-500 m).
Per determinare le fasce di rispetto è necessario attribuire un punteggio agli allevamenti. Il primo step consiste nel suddividere gli allevamenti in tre classi (1-2-3) in base al Peso Vivo totale in tonnellate degli animali presenti. Queste 3 classi attribuiscono rispettivamente le distanze di 15-20-25 m dagli insediamenti zootecnici.
Altri punti vengono assegnati in base alla stabulazione (alla tipologia di ambiente e al sistema di pulizia), al sistema di ventilazione (irrilevante per i bovini) e al sistema di stoccaggio ed al trattamento delle deiezioni.
In questo contesto entra il concetto di MTD, ovvero delle Migliori Tecniche Disponibili esistenti. L’allevamento dotato delle migliori tecniche di stabulazione e soprattutto di stoccaggio delle deiezioni avrà un punteggio basso e di conseguenza genererà una fascia di rispetto di estensione minore rispetto ad un allevamento che utilizza metodiche obsolete.
L’ultima verifica è la sussistenza di un nesso funzionale con il fondo agricolo, ovvero “strutture agricolo produttive destinate ad allevamento” DGR n. 3178/2004 e ss.mm.ii.
Il nesso funzionale è legato soprattutto alla capacità teorica del fondo agricolo di coprire quota delle necessità foraggiere degli animali e all’esigenza di ottimizzare lo stoccaggio, il trattamento e la distribuzione delle deiezioni.
Un volta definito intensivo le distanze ottenute dovranno essere aggiornate su base annua. In fase di redazione del PI dovranno quindi essere accertati uno per uno tutti gli allevamenti zootecnici esistenti, aggiornando il censimento effettuato dal PAT, sulla base di un’indagine e schedatura.
L’elemento che genera la fascia di rispetto è l’allevamento, inteso come “il perimetro dei fabbricati adibiti a ricovero degli animali e/o qualsiasi struttura per la raccolta e lo stoccaggio dei reflui zootecnici o similari da esso derivanti “.
Una continua revisione è importante poiché essi possono sia cessare di esistere che variare la specie allevata, l’indirizzo produttivo oppure incrementare notevolmente il numero di capi, dando origine a Vincoli di differenti dimensioni.
Sapere se un Codice di Stalla è ancora attivo o meno può quindi essere fondamentale sia durante la redazione del PI che del PAT sia per esempio durante l’acquisto di una casa ricadente in “residenza sparsa” da parte di un cittadino che potrebbe ritrovarsi inconsapevolmente vicino ad un potenziale allevamento intensivo che potrebbe aver chiuso per qualche anno ma riaprire negli anni successivi.
QUALI I VINCOLI URBANISTICI IN CASO DI ALLEVAMENTI ZOOTECNICI?