Comunicazione ambientale: un focus sulle certificazioni di prodotto

Negli ultimi anni, l’interesse per le certificazioni e le etichettature ambientali è cresciuto, portando allo sviluppo di una serie di marchi di prodotto e claim ambientali normati da precise disposizioni nazionali e internazionali, ma anche sviluppati dai singoli produttori. Nell'articolo che segue, vogliamo approfondire questo aspetto della comunicazione ambientale, concentrandoci in particolare su: significato di certificazione di prodotto, diverse tipologie ed esigenze aziendali, Ecolabel, Carbon Footprint ed Environmental Product Declaration
Tempo stimato di lettura: 6 minuti

Le certificazioni di prodotto nella comunicazione ambientale

Il tema della comunicazione ambientale e di come si possa scegliere se incentrarla sull’azienda o sul prodotto è stato già affrontato in questo articolo sul nostro blog. Nelle prossime righe, vogliamo allora concentrarci sulle certificazioni di prodotto.

Che cos’è una certificazione di prodotto?

La certificazione di prodotto è un atto formale e volontario con il quale un ente terzo accreditato afferma, con ragionevole attendibilità, che il prodotto è conforme a quanto dichiarato in un documento tecnico di riferimento.

La scelta di certificare il prodotto si basa sulla volontà dell’azienda di differenziarsi all’interno del mercato, valorizzando un insieme di caratteristiche particolari e significative, rigorosamente garantite da un ente terzo. La certificazione volontaria consente, quindi, di distinguersi dai concorrenti, valorizzando i propri investimenti in termini di sostenibilità agli occhi dei diversi stakeholder (clienti, fornitori, ambiente esterno).

In quest’ottica, vale la pena ricordare che la certificazione volontaria di prodotto differisce dalla marcatura CE, obbligatoria per tutti i prodotti per i quali esiste una direttiva comunitaria che ne normi la produzione. Essa non costituisce un marchio di qualità rilasciato da un organismo di certificazione, ma è un’etichetta che attesta l’avvenuto controllo dell’aderenza delle prestazioni del prodotto alla norma tecnica europea di settore. La marcatura CE non equivale alla verifica di parte terza delle effettive prestazioni raggiunte dal prodotto: è il fabbricante stesso, infatti, che si assume la piena responsabilità dell’immissione del prodotto sul mercato.

Etichette diverse per esigenze diverse

Per quanto riguarda le certificazioni di prodotto, in campo ambientale è possibile distinguere le certificazioni di prodotto sulla base dei principi cui fanno riferimento.

In particolare, si riconoscono:

  • certificazioni di eccellenza, basate sul rispetto di determinati requisiti
  • certificazioni di trasparenza, più vicine al mondo della valutazione del ciclo di vita del prodotto

Secondo la classificazione e descrizione delle etichette e delle dichiarazioni ambientali della norma UNI EN ISO 14020:2002, si distinguono tre tipologie di dichiarazioni ecologiche.

Etichettatura ecologica di Tipo I (UNI EN ISO 14024:2001)

L’etichettatura si fonda su un sistema multi-criteria che considera l’intero ciclo di vita del prodotto ed è certificata e gestita da una terza parte indipendente, l’ente certificatore. Le informazioni fornite sono genericamente sintetiche per una comunicazione business to consumer.

Etichettatura ecologica di Tipo II (UNI EN ISO 14021:2016)

Consiste in un’autodichiarazione (green claim) ambientale da parte di produttori, importatori o distributori dei prodotti, senza l’intervento di un organismo di certificazione indipendente e utilizzate dagli stessi produttori come strumento di informazione ambientale.

La dichiarazione ambientale di prodotto è uno strumento di informazione sulle performance ambientali di un prodotto. È di tipo quantitativo, basato sugli impatti individuati secondo la metodologia LCA – Life Cycle Assessment – che garantisce l’oggettività della valutazione in ottica business to business.

Certificazione di eccellenza: il caso Ecolabel

Ecolabel è un’eco-etichetta europea di tipo I, utilizzata per certificare il ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita di prodotti che mantengono comunque elevati standard prestazionali.

Il marchio Ecolabel UE è stato istituito nel 1992 dal Regolamento n. 880; oggi è disciplinato dal Regolamento CE n. 66/2010 in vigore nei 28 Paesi dell’Unione Europea e nei Paesi appartenenti allo Spazio Economico Europeo – SEE (Norvegia, Islanda, Liechtenstein).

Per ottenere il rilascio del marchio ecologico, è necessario rispettare dei valori soglie e dei limiti di prestazione ambientale. I criteri ambientali analizzati riguardano, ad esempio, l’uso di energia, acqua, sostanze chimiche e la produzione di rifiuti.

L’organismo competente nazionale per l’attuazione del Regolamento CE n. 66/2010 Ecolabel è la Sezione Ecolabel Italia del Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit, istituito presso il Ministero dell’Ambiente.

Per l’assegnazione del marchio Ecolabel, l’azienda interessata deve inviare domanda e documentazione al comitato preposto che si avvale dell’ISPRA – Istituito superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale – per la verifica tecnica e le prove di laboratorio.

Le autodichiarazioni ambientali: il caso Carbon Footprint di prodotto

La CFP – Carbon FootPrint – è un’etichetta che certifica l’avvenuta quantificazione di tutte le emissioni di gas a effetto serra (GHG – Green House Gasses), lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento finale. In inglese questo percorso viene definito from cradle to grave, dalla culla alla tomba.

L’esperienza degli ultimi anni suggerisce che il label di carbon footprint sia percepito dai consumatori come un indice di qualità e sostenibilità delle imprese.

Il calcolo della carbon footprint è rappresentativo solo se include tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, tuttavia spesso viene svolto solo per alcune specifiche fasi.

La CFP va calcolata seguendo i requisiti contenuti nella specifica tecnica PAS 2050:2008, emessa dall’ente di normazione inglese BSI – British Standards Institution, anche se nel 2013 è stata realizzata la pubblicazione del nuovo riferimento normativo univoco a livello internazionale: la specifica tecnica ISO/TS 14067.

A tal proposito, si è espressa anche la Commissione Europea con la Raccomandazione 2013/179/UE, relativa all’uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni.

Certificazione di trasparenza: il caso Environmental Product Declaration

L’Environmental Product Declaration (EPD), ossia la Dichiarazione Ambientale di Prodotto, è uno schema di certificazione volontaria di tipo III che permette di comunicare informazioni oggettive confrontabili e credibili assicurandone le caratteristiche che seguono.

Oggettività: garantita dall’utilizzo della Valutazione del Ciclo di Vita, termine mutuato dall’inglese LCA – Life Cycle Assessment, come metodologia per l’identificazione e quantificazione degli impatti ambientali del prodotto.

Confrontabilità: garantita attraverso lo sviluppo di PSR – Product Specific Requirements, i Requisiti Specifici di Prodotto, relativi a ogni singolo gruppo di prodotti.

Credibilità: conseguenza della verifica e convalida da parte di un organismo accreditato indipendente che garantisce la veridicità delle informazioni contenute nello studio LCA e nella dichiarazione.

Il marchio EPD, nato in Svezia nell’ambito della Politica Integrata di Prodotto (IPP), è parte integrante della strategia comunitaria per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo principale è l’integrazione degli strumenti con cui vengono attuate le diverse politiche ambientali, per consentire la riduzione degli impatti ambientali legati al ciclo di vita dei prodotti.

La Commissione Europea ha pubblicato la COM (2008) 397 sul piano d’azione “Produzione e consumo sostenibile” e “Politica industriale sostenibile”, allo scopo di identificare e superare le barriere alla diffusione di modelli di consumo e produzione sostenibili, integrando il potenziale dei vari strumenti politici e attuandoli in modo dinamico. Tra le principali iniziative adottate, troviamo anche l’etichettatura sulla resa energetica e/o ambientale dei prodotti.

La Certificazione EPD viene rilasciata dallo Swedish Environmental Management Council, gestore dell’International EPD System, a seguito della verifica svolta da un ente terzo accreditato.


La tua azienda sta valutando l’ipotesi di certificarsi o dotarsi di un sistema di gestione ambientale? Potresti valutare di affidarti a una società di consulenza. Nella scelta del fornitore, l’esperienza deve essere valutata nella sua globalità, così come la struttura della società e l’ampia proposta di servizi. Merita un’attenzione particolare anche la presenza di competenze in ambito di reati legati all’ambiente.

Picture of Stefano Reniero

Stefano Reniero

Come Amministratore di NEXTECO guido lo sviluppo di nuovi servizi e supporto i miei colleghi nelle sfide più impegnative, mettendo a loro disposizione la mia esperienza e le mie competenze. La mia passione è interpretare le esigenze emergenti e trasformarle in proposte di valore concrete per i nostri clienti.
Picture of Stefano Reniero

Stefano Reniero

Come Amministratore di NEXTECO guido lo sviluppo di nuovi servizi e supporto i miei colleghi nelle sfide più impegnative, mettendo a loro disposizione la mia esperienza e le mie competenze. La mia passione è interpretare le esigenze emergenti e trasformarle in proposte di valore concrete per i nostri clienti.

Tabella dei Contenuti