Monitoraggio ambientale: i consigli per l’esecuzione del progetto

Il monitoraggio ambientale rappresenta l’insieme delle misure che servono a valutare l’impatto reale di un’opera sulle diverse componenti ambientali (acqua, aria, suolo, fauna, flora ecc.). Nell'ambito degli studi di impatto ambientale gli esperti, sulla base dei dati raccolti durante le analisi in campo e in considerazione delle caratteristiche del progetto, stimano gli impatti previsti che però devono essere tenuti sotto controllo, monitorati, durante le varie fasi di vita degli interventi dopo la loro approvazione.
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Il monitoraggio si articola in 3 diversi momenti: prima dell’avvio dei lavori (ante operam), durante i lavori (corso d’opera), dopo che i lavori sono finiti e l’opera è entrata in esercizio (post opera). In alcuni casi è possibile aggiungere un 4° momento: la fase di smantellamento (decommissioning).

Ecco alcuni consigli per una corretta esecuzione dei monitoraggi.


Gli elementi minimi del Piano di Monitoraggio

È il documento che definisce la programmazione del monitoraggio delle componenti ambientali per i quali sono stati individuati impatti ambientali significativi generati dall’attuazione dell’opera. Il Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA) definisce le modalità dei rilievi di qualità ambientale, le matrici ambientali da indagare nonché le stazioni di monitoraggio. Nel dettaglio contiene indicazioni su: metodi di misura, indicatori e parametri, durata e frequenza.

Il PMA deve soddisfare i seguenti requisiti minimi:

  • capacità di raffronto e integrazione delle attività di monitoraggio, con quelle messe in atto da altri Enti territoriali e ambientali;
  • coerenza rispetto agli studi di fattibilità ambientale ed alle prescrizione impartite dalle Autorità competenti;
  • capacità d’integrazione della rete di monitoraggio progettata con quelle istituzionali già esistenti;
  • tempestività nella segnalazione di eventuali anomalie e criticità;
  • utilizzo di metodologie validate e di comprovato valore tecnico scientifico;
  • restituzione delle informazioni in maniera strutturata e di facile utilizzo;
  • utilizzo di parametri e indicatori che siano facilmente misurabili e affidabili, nonché rappresentativi delle varie situazioni ambientali.

Durante la redazione del PMA è molto importante ricercare un equilibrio tra la quantità/frequenza delle attività e la rappresentatività dei dati da acquisire o meglio al rapporto costi/benefici del monitoraggio.

Le figure da designare: il responsabile ambientale e i monitori

Il monitoraggio ambientale richiede un’elevata specializzazione dei soggetti coinvolti sia nell’attività di programmazione delle attività, affidata al Responsabile Ambientale, in coerenza con il programma dei lavori di cantiere, sia nell’attività di campo che rileva i dati ambientali richiesti, gestita dal monitore. 

Il Responsabile ambientale svolge i propri compiti con particolare attenzione alla normativa vigente in materia ambientale, in senso lato, e nel rispetto di quanto stabilito dalla procedura di VIA con particolare riferimento all’esatto adempimento dei contenuti e delle prescrizioni riportate nel Decreto di Compatibilità Ambientale.

Inoltre, per le componenti per le quali non sono applicabili valori soglia normativi egli collabora con ARPA all’individuazione dei valori limite e delle soglie di riferimento per i diversi parametri analitici, utili al confronto con i dati di monitoraggio.

Va da sé che le caratteristiche più importante per un Responsabile ambientale sono l’esperienza, la multidisciplinarità, la conoscenza normativa le capacità organizzative e relazionali.

La programmazione

L’effettiva programmazione delle attività del PMA deve seguire, per quanto tecnicamente possibile, la programmazione temporale delle lavorazioni: in tal modo può considerarsi senza dubbio più affidabile il processo di definizione causa-effetto posto alla base della gestione integrata degli aspetti ambientali ed i dati del PMA possono considerarsi più oggettivamente rappresentativi degli effetti delle pressioni ambientali originate dal cantiere in corrispondenza delle lavorazioni più critiche, più impattanti e con maggior numero di ricettori esposti.

In questa fase il Responsabile ambientale contribuisce all’organizzazione dei lavori con l’obiettivo di ottimizzare l’uso delle risorse riproducibili e non. Infatti, il monitoraggio ambientale deve rafforzare il processo decisionale e portare ad una reale efficacia operativa l’applicazione e l’integrazione degli strumenti di sostenibilità ambientale.

I monitori, a loro volta, devono tenere in opportuna considerazione il crono-programma di dettaglio dei lavori periodicamente elaborato dall’esecutore e calibrare su di esso, sentito il Responsabile Ambientale, il proprio crono-programma di attuazione dei monitoraggi di PMA.

In coerenza al principio di economicità, il Responsabile Ambientale potrà proporre, laddove necessario, una nuova modulazione del monitoraggio finalizzata a limitare l’acquisizione di dati che, sulla base di un adeguato pregresso, dovessero ritenersi scarsamente rappresentativi o di scarso interesse, e a definire eventuali localizzazioni e metodiche di rilevamento alternative.

La raccolta dei dati

Alla fase di programmazione segue quella di “raccolta” in campo dei dati che può avvenire mediante osservazione diretta ovvero con attività che richiedono una successiva fase di analisi e di post-processing (es analisi di qualità delle acque, analisi su filtri esposti per la determinazione degli inquinanti in atmosfera, ecc.).

Le attività di monitoraggio vengono svolte presso specifiche stazioni che possono essere puntuali (piezometri, sezioni di campionamento fluviale, ricettore abitato per le misure di rumore e atmosfera), lineari (transetto di monitoraggio della fauna) o areali (area di monitoraggio faunistico e vegetazionale).

Nell’immagine, il monitoraggio degli uccelli svernati in corso d’opera, eseguito lungo il torrente Astico nell’area Le Poscole e Mason Vicentino.

La competenza, l’esperienza e la professionalità dei monitori sono garanzia della buona qualità dei dati ambientali acquisiti.

La verifica e validazione dei dati

Affinché le valutazioni di carattere ambientale derivabili dall’attuazione del PMA siano efficaci e comparabili e compatibili nel tempo, è necessario che queste siano basate su dati di misurazione accurati e affidabili.

Pertanto, l’acquisizione dei dati è seguita da un processo di verifica e validazione dei dati necessario a garantire la qualità della strumentazione utilizzata e la correttezza delle fasi di campionamento e determinazione analitica.

In questo modo è possibile assicurare che le misurazioni effettuate abbiano un livello di qualità omogeneo, al fine di massimizzare il livello di confidenza nei risultati di misura acquisiti attraverso il PMA.

Una volta completata la fase di validazione del dato è possibile eseguirne la pubblicazione.

La pubblicazione dei dati ambientali

Per tutti i dati del monitoraggio deve essere garantita la libera consultazione, fatti salvi quei casi per i quali i dati saranno resi disponibili esclusivamente in area riservata normalmente disponibile ai soli organi di controllo.

Le linee guida per il progetto di monitoraggio ambientale emanate dal Ministero dell’Ambiente prevedono, infatti, che la pubblicazione i dati territoriali siano resi disponibili su un portale pubblico consultabile in internet tramite un’interfaccia geografica, garantendo l’assoluta trasparenza delle informazioni, nei confronti di cittadini e portatori di interessi (stakeholder).

Per questi scopi è necessario allestire una banca dati generale del PMA o meglio un sistema informativo territoriale (SIT) che permette la raccolta, verifica, validazione, consultazione e analisi dei dati ambientali, garantendo anche la localizzazione geografica.

La reportistica

Al fine di rappresentare i dati contestualizzati rispetto all’ambito di riferimento e con l’obiettivo di delineare l’andamento dei valori nel tempo, i dati stessi sono raccolti e commentati in report trimestrali redatti dagli specialisti referenti di ogni singola matrice, coordinato, armonizzato e verificato dal coordinatore degli specialisti e dalla sua struttura di supporto ed infine approvato e sottoscritto dal Responsabile Ambientale.

Tale documento descrive per ogni componente:

  • i campionamenti effettuati durante il trimestre oggetto di indagine,
  • la sintesi dei risultati ottenuti dalle analisi svolte,
  • eventuali problemi riscontrati dalle analisi eseguite,
  • la programmazione delle campagne di monitoraggio per il trimestre successivo.

Alla base di un confronto costruttivo tra i realizzatori dell’opera ed i portatori di interesse sta la comprensibilità dei dati del monitoraggio e la facilità di lettura dei risultati.


Nella scelta del fornitore di servizi ambientali, l’esperienza deve essere valutata nella sua globalità: non solo attraverso la presenza di un team strutturato, infatti merita un’attenzione particolare anche la competenza in ambito di monitoraggio . Conoscendo l’impatto delle diverse attività sui costi di progetto, i consulenti sapranno rendere più efficiente tutta la gestione.

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Stefano Reniero

Come Amministratore di NEXTECO guido lo sviluppo di nuovi servizi e supporto i miei colleghi nelle sfide più impegnative, mettendo a loro disposizione la mia esperienza e le mie competenze. La mia passione è interpretare le esigenze emergenti e trasformarle in proposte di valore concrete per i nostri clienti.
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Stefano Reniero

Come Amministratore di NEXTECO guido lo sviluppo di nuovi servizi e supporto i miei colleghi nelle sfide più impegnative, mettendo a loro disposizione la mia esperienza e le mie competenze. La mia passione è interpretare le esigenze emergenti e trasformarle in proposte di valore concrete per i nostri clienti.

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