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Le indagini ambientali sono procedimenti che consentono di identificare la presenza di attività antropica, che ha portato alla modifica delle matrici ambientali in una determinata area.
Detta in altre parole sono analisi che vengono svolte sull’aria, l’acqua e il suolo che caratterizzano un luogo (area geografica) al fine di identificare una possibile contaminazione e il livello di inquinamento presente.
Queste verifiche ci consentono di stabilire se l’attività antropica pregressa può diventare un rischio per la salute sia umana che animale. 
Misurando questi livelli di inquinamento, possiamo stabilire le modalità adatte per il ripristino ambientale.

Le normative di riferimento: 

In questo caso le normative principali di riferimento sono le seguenti:

  • D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. “norme in materia ambientale” (TUA);
  • DPR 120/17 Regolamento ai sensi dell’art. 8 D.L. n. 133 del 12 settembre 2014;
  • Linee Guida emanate da SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) con delibera n. 54/2019

Qual è la differenza tra piano di indagine ambientale e piano di caratterizzazione ambientale?

La differenza principale consiste nel livello di conoscenza iniziale che si ha sullo stato dell’ambiente interessato.

Per intenderci, le indagini ambientali

  • si effettuano in qualsiasi sito
  • hanno lo scopo di capire la possibile presenza di contaminazione, senza avere la sicurezza iniziale che esso sia inquinato
  • si possono definire come analisi preliminari.

Mentre, per quanto riguarda la caratterizzazione ambientale:

  • viene effettuata quando si ha già la certezza che quel determinato sito abbia subito una contaminazione di origine antropica
  • segue un iter di approvazione  
  • si possono definire come indagini specifiche

Quindi nel caso in cui il sito è dichiarato contaminato, la caratterizzazione ambientale è l’insieme delle attività che permettono di ricostruire i fenomeni di contaminazione a carico delle matrici ambientali.
Lo scopo è ottenere informazioni di base su cui prendere decisioni realizzabili e sostenibili per la messa in sicurezza e/o bonifica del sito.

 

Quando bisogna svolgere un’indagine ambientale?

Diventa obbligatorio nel momento in cui serve conoscere lo stato di qualità ambientale di un sito, in modo da poter garantire la tutela delle condizioni igienico - sanitarie.
Queste indagini vengono spesso commissionate dagli enti pubblici e/o territoriali per fornire maggiori informazioni di supporto a nuovi progetti.
Ma anche lo stesso cittadino può decidere di rivolgersi a ditte specializzate per conoscere meglio quella zona.

In sintesi si chiedono quando:

  • si deve dare inizio ad un nuovo progetto
  • per una verifica di conformità alla destinazione d’uso
  • si prevede la compravendita di un’area

Quali sono le principali tipologie di intervento?

  • Viene redatto un piano di indagini che comprende: l’ubicazione planimetrica, la profondità, il numero di campioni da analizzare in laboratorio e il set analitico. 
  • Vengono prelevati campioni delle matrici interessate (l’aria, l’acqua e il suolo) attraverso trivellazione, sondaggi, piezometri, indagine manuale o sonde di misurazione.
  • Vengono analizzati in laboratorio i campioni prelevati.
  • Gli esiti delle analisi si confrontano con i limiti previsti dalla normativa
  • Dal confronto effettuato, nella fase finale possiamo dedurre se il sito presenta potenziale contaminazione oppure è “pulito”. 

Può succedere talvolta che ci sia bisogno di maggiori approfondimenti in base alla tipologia di area oppure su richiesta degli enti di controllo. 

 

Quali sono i documenti da preparare a supporto del committente?

I documenti principali da redigere per questa attività sono: 

  • redazione di un piano di indagine sito-specifico;
  • una lista di laboratori adatti al lavoro, tra cui identificare quello più adatto;
  • stesura di report specifici per facilitare l’interpretazione degli esiti delle analisi
  • un documento finale che supporti il committente nella scelta delle azioni da intraprende

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