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Cosa si intende per edilizia sostenibile?

L’edilizia sostenibile è un approccio che mira a progettare, costruire e gestire gli edifici in modo da ridurne l’impatto ambientale. Si concentra su alcuni principi base quali l’efficienza energetica, l’uso di materiali sostenibili, la gestione consapevole delle risorse.

Due importanti strumenti in questo contesto sono i Criteri Ambientali Minimi (CAM) e il principio “Do No Significant Harm” (DNSH).

I Criteri Ambientali Minimi

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono regole base per la verifica dei requisiti dei componenti edilizi.

Il CAM Edilizia è obbligatorio per gli appalti pubblici in virtù dell’articolo 57 del dlgs 36/2023, in vigore dal 4 dicembre 2022, e mira a ridurre gli impatti ambientali e promuovere modelli sostenibili. Il rispetto dei CAM edilizia è fondamentale per la buona riuscita di un appalto e per evitare sanzioni o esclusioni dall’appalto.

Il principio DNSH

DNSH è l’acronimo di Do No Significant Harm, che in italiano significa “Non arrecare un danno significativo”.

Si tratta di un principio fondamentale introdotto a livello europeo per allineare gli investimenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale.

Il principio stabilisce che qualsiasi progetto o intervento finanziato con fondi pubblici, come quelli del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), non causi nessun danno significativo ai seguenti obiettivi ambientali:

  1. Mitigazione dei cambiamenti climatici
  2. Adattamento ai cambiamenti climatici
  3. Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine
  4. Transazione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti
  5. Prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua o del suolo
  6. Protezione e ripristino della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.

Cosa ti serve sapere?

Esiste una forte correlazione tra gli obiettivi dei CAM e il rispetto del principio DNSH. I due criteri devono essere coordinati durante tutto l’iter progettuale degli appalti pubblici.

Infatti, nel rispetto dei vincoli della tassonomia europea, dalla fase di programmazione fino al certificato di regolare esecuzione dell’opera, deve essere garantito il rispetto dei requisiti tassonomici del DNSH.

Per quanto riguarda i CAM, il livello delle prestazioni ambientali varia in funzione della categoria di appalto, quindi la loro applicazione va valutata caso per caso.

Data la complessità di questi criteri, hai bisogno di un esperto che ti guidi lungo tutte le fasi del progetto.

Come ti possiamo aiutare?

Se vuoi ottenere un cantiere sostenibile, Nexteco può supportarti nelle seguenti attività:

  • Redazione di una relazione ex ante di verifica dei vincoli DNSH previsti in conformità a quanto previsto dalla Guida Operativa del MEF, Revisione ottobre 2022
  • Redazione del report di analisi dell’adattabilità ai cambiamenti climatici ai fini di identificare i rischi climatici fisici rilevanti per l’intervento
  • Redazione di una relazione sull’applicazione dei criteri ambientali minimi (CAM) con analisi dei criteri che la Stazione Appaltante ha definito come applicabili al Contratto d’Appalto
  • Consulenza e assistenza durante l’esecuzione dei lavori e nel processo di acquisto e fornitura, eseguendo audit presso il cantiere al fine di analizzare le informazioni disponibili e le procedure in essere
  • Verifica di conformità a quanto previsto dai CAM Edilizia dei materiali da sottomettere e relativa documentazione, per garantire una corretta gestione dell’accettazione in cantiere
  • Redazione di un report di verifica ex-post sull’applicazione dei vincoli DNSH durante le fasi di realizzazione dell’opera, da consegnare alla Stazione Appaltante

Inoltre, potranno essere redatti altri elaborati specialistici quali:

  • Piano ambientale di cantierizzazione (PAC) per la mitigazione delle emissioni del cantiere (identificazione dei fenomeni di contaminazione a carico delle matrici ambientali).
  • Piano di gestione rifiuti (PGR) per la riduzione dei rifiuti prodotti, la differenziazione dei materiali (volti al riciclaggio e riutilizzo) e poi dello smaltimento.
  • La Water Footprint, anch’essa basata sulla metodologia LCA, è un indicatore dell’acqua utilizzato nell’intero ciclo di vita del prodotto.

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