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È una valutazione della pericolosità associata alla contaminazione di un sito (presenza di inquinanti sulle matrici suolo, sottosuolo e acque sotterranee), sia essa potenziale o certa. 
L’analisi valuta in sostanza il rischio effettivo legato alla contaminazione del sito, stimandone le conseguenze sulla salute umana e nell’ambiente circostante, in termini di probabilità che le stesse si verifichino.
L’analisi di rischio è inoltre uno strumento decisionale che permette di indirizzare le azioni di bonifica, qualora necessarie, e di stabilire gli obiettivi da raggiungere per assicurare un livello di rischio sanitario e ambientale accettabile. 

Cosa sono le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) e le concentrazioni soglia di rischio (CSR)?

Le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) e le concentrazioni soglia di rischio (CSR) sono due concetti differenti utilizzati nella valutazione dei rischi ambientali.
Le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) rappresentano il limite massimo di un contaminante che può essere presente in un sito senza causare effetti dannosi all'ambiente o alla salute umana. Questa soglia è determinata sulla base di standard e linee guida specifiche.
Mentre, le concentrazioni soglia di rischio (CSR) si riferiscono al livello di esposizione ad un contaminante che può causare effetti nocivi sulla salute umana o sull'ambiente. Le CSR vengono determinate tenendo conto di fattori come la suscettibilità individuale, la durata dell'esposizione e la gravità degli effetti negativi.

Quindi, la differenza principale tra CSC e CSR è che le prime sono basate sul livello di contaminazione accettabile senza causare danni, mentre le seconde rappresentano il rischio associato all'esposizione a determinate concentrazioni di contaminanti.


Qual è la normativa di riferimento? 

Possiamo prendere come riferimento le seguenti normative:

  • D.lgs.152/06, parte IV, Titolo V
  • “Criteri metodologici per l'applicazione dell'analisi assoluta di rischio ai siti contaminati" (revisione 2, marzo 2008);
  • Documenti correlati, linee guida e note tecniche di APAT/ISPRA/SNPA, disponibili nel sito di ISPRA.

A cosa serve fare Analisi di rischio sito specifica??

Come detto, l’analisi di rischio sito specifica è una procedura applicata al sito che, partendo dagli esiti della caratterizzazione ambientale e dalle caratteristiche ambientali dell’area, in funzione della destinazione d’uso presente o futura del sito stesso, permette di determinare le CSR accettabili per quel sito specifico sulla base dello sviluppo di un modello concettuale del sito (MCS, sorgente-percorso-recettore). 

Se le concentrazioni di inquinanti presenti nel sito dovessero essere inferiori alle CSR individuate il sito viene classificato come “non contaminato” e il procedimento di bonifica avviato si può concludere.
Qualora invece vi fossero dei superamenti di CSR, è necessario effettuare degli interventi di bonifica/messa in sicurezza: l’analisi permette di sviluppare degli scenari di progetto in funzione dell’uso e della pianificazione del sito, consentendo l’ottimizzazione degli interventi di bonifica. 

 

Perché affidarsi a noi:

  • Grazie ai nostri esperti, con esperienza pluriennale nell’interpretazione dei dati ed utilizzo dei software richiesti dalla normativa, analizziamo i singoli casi con attenzione e precisione per svincolare situazioni complesse dal punto di vista ambientale.
  • Si rivolgono a noi sia gestori di piccoli siti contaminati che enti il cui interesse è rivolto a siti di interesse nazionale (SIN)
  • Abbiamo creato una rete con laboratori di fiducia che ci seguono attentamente in tutto il percorso e soprattutto nello sviluppo delle attività operative.

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