UE e cambiamenti climatici: le ultime novità

Il 14 maggio 2018 è stato adottato dal Consiglio Europeo un Regolamento relativo “all'inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti dall'uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura nel quadro 2030 per il clima e l'energia e recante modifica del regolamento (UE) n. 525/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a un meccanismo di monitoraggio e comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra e di comunicazione di altre informazioni in materia di cambiamenti climatici”. La proposta, in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, prevede alcune importanti novità…scopriamole assieme!
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Cronistoria del Regolamento

L’Unione Europea ha da sempre rivolto grande attenzione al tema dei cambiamenti climatici. Simbolo di questa politica green è l’ormai celeberrimo Protocollo di Kyoto, il trattato internazionale in materia ambientale riguardante il surriscaldamento globale.

Il Protocollo è stato redatto l’11 dicembre 1997 nella città giapponese di Kyoto da più di 180 Paesi in occasione della Conferenza delle Parti “COP3” della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC); è poi entrato in vigore il 16 febbraio 2005.

Uno degli strumenti amministrativi introdotti dall’Unione Europea a valle della sottoscrizione del Protocollo di Kyoto è il sistema EU ETS – European Union Emissions Trading System, ossia il Sistema Europeo di Scambio di Quote di Emissione. Il sistema ha lo scopo di controllare le emissioni di inquinanti e gas serra a livello internazionale attraverso la quotazione monetaria delle emissioni stesse ed il commercio delle quote di emissione tra stati diversi.

In particolare, la Direttiva 2003/87/CE che introduce l’ETS, prevede che dall’1 gennaio 2005 nessun impianto ricadente nei settori dell’energia, dell’industria siderurgica, dei prodotti minerali, della ceramica e della carta possa emettere gas effetto serra, ossia possa continuare ad operare senza un’apposita autorizzazione.

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Il 12 dicembre 2015, nell’ambito della COP21, è stato raggiunto un nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici, Accordo di Parigi, che prevede un piano d’azione per limitare il riscaldamento globale “ben al di sotto” dei 2° C.

All’interno dell’Unione Europea, già dall’ottobre 2014, si era assunto l’impegno di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990; la decisione è stata poi ratificata dai singoli stati europei.

Al fine di conseguire tale obiettivo, si calcola che i settori non-ETS dovranno ridurre le loro emissioni del 30% rispetto ai livelli del 2005. Tra questi si annoverano l’edilizia, l’agricoltura, con emissioni diverse dalla CO2, la gestione dei rifiuti e i trasporti, qui esclusi i trasporti aerei e i trasporti marittimi internazionali.

Fonte: European Environmental Agency

A luglio 2016 la Commissione Europea ha presentato due proposte relative ai settori non coperti dal sistema ETS:

  • la condivisione degli sforzi;
  • il LULUCF – Land Use, Land-Use Change and Forestry, ossia “Uso del Suolo, Cambiamento d’Uso del Suolo e Silvicoltura”.

Le discussioni ministeriali sui settori non-ETS si sono svolte parallelamente e, dopo una serie di sessioni, dibattiti e negoziati, l’accordo in materia è stato approvato il 17 gennaio 2018.

L’adozione formale dell’atto legislativo del Regolamento è avvenuta il 14 maggio 2018.

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La condivisione degli sforzi

Nato da un’istanza della Presidenza estone, il Regolamento sulla condivisione degli sforzi vuole garantire ulteriori riduzioni delle emissioni in settori che non rientrano nel campo di applicazione del sistema ETS per il periodo 2021-2030.

In particolare, il Regolamento prevede che ciascuno Stato membro si conformi a un obiettivo annuale vincolante in materia di riduzione delle emissioni per il periodo 2021-2030. Tali obiettivi, calcolati sulla base del prodotto interno lordo (PIL) pro capite, prevedono una riduzione compresa tra lo 0% e il 40% rispetto ai livelli del 2005 e sono in linea con l’obiettivo di riduzione dell’UE del 30% per i settori non ETS.

Gli Stati membri sono tenuti a seguire un percorso di riduzione delle emissioni per garantire una diminuzione costante delle loro emissioni nell’intero periodo. Il punto di partenza è basato sulla media delle emissioni dal 2016 al 2018.

Il Regolamento rimane comunque flessibile circa l’accumulo e il prestito delle assegnazioni annuali di emissioni da un anno all’altro nel periodo 2021-2030, nonché a trasferimenti tra paesi.

In particolare, lo strumento di flessibilità ETS una tantum consentirà agli Stati membri cui non erano state assegnate quote gratuite per gli impianti industriali nel 2013, o che sono tenuti a soddisfare obiettivi di riduzione delle emissioni superiori sia alla media dell’UE sia al loro potenziale di riduzione, di cancellare un numero limitato di quote EU ETS.

Il LULUCF – Land Use, Land-Use Change and Forestry

L’uso del suolo e la silvicoltura includono l’uso di terreni, alberi, piante, biomassa e legname, che sono in una posizione privilegiata per contribuire a una solida politica in materia di clima. Questo perché il settore non solo emette gas a effetto serra ma è anche in grado di rimuovere CO₂ dall’atmosfera. Le foreste dell’UE assorbono ogni anno l’equivalente di quasi il 10% di tutte le emissioni di gas a effetto serra dell’UE.

Già nelle conclusioni del Consiglio Europeo dell’ottobre 2014, era parso chiaro come anche i settori di cui sopra dovessero contribuire all’obiettivo di riduzione dei gas serra. La Commissione Europea ha poi presentato la proposta relativa al settore LULUCF nel luglio 2016. A seguito di discussioni approfondite tra i ministri nel corso di tre sessioni del Consiglio “Ambiente”, il Consiglio è giunto ad un orientamento generale il 13 ottobre 2017.

La posizione negoziale definisce nuove norme di contabilizzazione e nuovi impegni vincolanti per gli Stati membri per far sì che tra il 2021 e il 2030 l’utilizzo dei terreni e delle foreste in tutta l’UE diventi più sostenibile e rispettoso del clima.

I due aspetti principali della proposta erano:

  • norme di contabilizzazione aggiornate per garantire che tutte le emissioni e tutti gli assorbimenti per il periodo in questione siano contabilizzati;
  • impegno degli Stati membri perché le emissioni non superino gli assorbimenti (“regola no debiti“).

Il Regolamento da poco adottato ha fatto proprie queste posizioni, modificando contestualmente il Regolamento 2013/525/UE e la Decisione 529/2013/UE.

L’equilibrio tra il totale delle emissioni del settore e la quantità di assorbimento di CO₂ derivata può essere mantenuto, ad esempio, creando nuove piantagioni o tramite una migliore sorveglianza delle foreste, delle terre coltivate e dei pascoli a livello nazionale.

Anche in questo caso il Regolamento è flessibile circa la possibilità da parte degli Stati Membri di fare un uso, seppur limitato degli assorbimenti netti di uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura.

Questo comprenderà anche i crediti derivati da terreni forestali gestiti, una volta adottati i livelli di riferimento per le foreste nell’ambito del regolamento LULUCF, nonché da zone umide quando la loro contabilizzazione diventerà obbligatoria a norma di tale regolamento.

…fortunatamente, pare che il rispetto dell’ambiente stia prendendo sempre più piede!

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Giulia Sbrizza

Laureata in Scienze Forestali, in Nexteco mi occupo di marketing e comunicazione ambientale
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Giulia Sbrizza

Laureata in Scienze Forestali, in Nexteco mi occupo di marketing e comunicazione ambientale

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