Questi obiettivi si raggiungono con una corretta e coordinata esecuzione dei lavori anche in relazione alle numerose norme vigenti in materia ambientale ed agli specifici oneri previsti dal legislatore a carico dei diversi soggetti coinvolti.
L’applicazione della gestione ambientale dei cantieri temporanei e mobili però incontra ancora notevoli difficoltà in gran parte legate alla complessità della normativa ambientale attuabile e diversamente da quanto avviene in materia di sicurezza non prevede l’obbligatorietà di strumenti operativi né l’individuazione di figure responsabili attinenti la particolare e specifica gestione.
Tuttavia si sta consolidando l’applicazione nei cantieri temporanei di Piani di Monitoraggio Ambientale (PMA), per le opere sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale, e di Sistemi di Gestione Ambientale (SGA) sviluppati, gestiti e aggiornati dalle figure sotto elencate:
Nel seguito sarà riportata una breve descrizione delle suddette figure e alcune considerazioni in merito all’integrazione tra i due sistemi.
Monitoraggio ambientale
Il monitoraggio ambientale rappresenta un efficace strumento di controllo delle componenti ambientali potenzialmente impattate durante le attività di costruzione dell’opera e, pertanto, delle modalità operative adottate dall’appaltatore in fase di costruzione, nonché nella fase di esercizio dell’opera stessa.
Con l’entrata in vigore del D. Lgs.152/2006 e s.m.i. (art.28) il monitoraggio ambientale è entrato a far parte integrante del processo di VIA assumendo la funzione di strumento capace di fornire la reale “misura” dell’evoluzione dello stato dell’ambiente nelle diverse fasi di attuazione di un progetto e di fornire i necessari “segnali” per attivare azioni correttive nel caso in cui le risposte ambientali non siano rispondenti alle previsioni effettuate nell’ambito della VIA.
Tutte le attività di monitoraggio ambientale devono essere programmate e documentate nel Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA) che definisce l’insieme delle attività previste definendo, tra l’altro, metodi, quantità e frequenza.
L’attuazione del Piano di monitoraggio prevede l’attribuzione di specifici ruoli a tecnici adeguatamente formati e competenti in diverse discipline ambientali.
QUAL E’ IL METODO CORRETTO DI PREDISPOSIZIONE DEL PMA?
Responsabile Ambientale (RA)
Un utile riferimento per comprendere le mansioni del Responsabile Ambientale nell’ambito del monitoraggio ambientale è fornito dal Capitolato Speciale di ANAS S.p.A.
Il Responsabile Ambientale ha i seguenti compiti e responsabilità:
- costituisce, per le attività previste dal PMA e per tutta la loro durata, l’unica interfaccia operativa del Concessionario/Stazione appaltante;
- svolge il ruolo di coordinatore tecnico-scientifico delle attività intersettoriali, assicurandone sia l’omogeneità che la rispondenza al PMA approvato;
- verifica con il supporto del Responsabile Tecnico Operativo (RTO) e dei Responsabili di Settore Ambientali (RS) che tutta la documentazione tecnica del monitoraggio, predisposta dagli specialisti di ciascuna componente e/o fattore ambientale, sia conforme con:
- i requisiti indicati nel PMA;
- le istruzioni e le procedure tecniche previste nei PMA;
- gli standard di qualità ambientale da assicurare;
- produce i documenti di sintesi destinati agli Enti e alle Autorità di controllo (rapporti tecnici periodici di avanzamento delle attività, rapporti annuali).
Inoltre, tra i principali compiti del RA, coadiuvato dal Responsabile Tecnico Operativo (RTO), vi sono:
- predisporre e garantire il rispetto del programma esecutivo di dettaglio delle attività del PMA e dei successivi aggiornamenti;
- coordinare gli esperti e i tecnici addetti all’esecuzione delle indagini e dei rilievi di campo;
- verificare il corretto svolgimento delle attività di monitoraggio in corso di svolgimento e/o eseguite;
- assicurare il coordinamento tra gli specialisti settoriali;
- definire tutti i più opportuni interventi correttivi alle attività di monitoraggio e misure di salvaguardia.
Responsabile Tecnico Operativo (RTO)
All’interno della struttura del monitoraggio ambientale è individuato un tecnico che ricopre il ruolo di Responsabile Tecnico Operativo che supporta il RA nelle seguenti attività:
- mantenere le relazioni con i progettisti, i responsabili di cantiere, e gli Enti e le Autorità di controllo;
- collaborare con la Direzione Lavori per le verifiche su avanzamento dei lavori (parte “ambientale”);
- verificare la fattibilità operativa delle campagne di monitoraggio;
- assicurare il corretto inserimento dei dati e dei risultati delle elaborazioni nel sistema informativo del PMA.
Responsabili di Settore Ambientali (RS)
Nella valutazione delle attività specialistiche Il RA è supportato dai Responsabili di Settore Ambientali ai quali compete di:
- gestire il coordinamento e l’integrazione dei vari contributi specialistici;
- condividere con i monitori ambientali le metodiche relative a campionamento, preparazione ed analisi di laboratorio dei campioni e le metodiche relative alle misure in campo;
- fornire supporto tecnico per l’individuazione e l’approvazione di eventuali modifiche e/o integrazioni dei siti di monitoraggio;
- curare la verifica di dati e documenti;
- redigere i rapporti tecnici periodici di avanzamento delle attività, nonché dei rapporti annuali.
Il responsabile di settore, inoltre, verifica le misure e le elaborazioni eseguite dal Monitore Ambientale e propone una lettura critica dei dati dettata dalla sua competenza specifica sulla matrice ambientale e dalla conoscenza approfondita sia del progetto, sia della realtà territoriale in cui esso si inserisce.
Esecutori del monitoraggio
L’esecuzione delle attività di monitoraggio prevede la costituzione di un gruppo di lavoro costituito da tecnici esperti delle diverse componenti ambientali, in grado di leggere ed interpretare criticamente i risultati delle campagne di misura e di contestualizzarli debitamente al sito di indagine
Gli esperti devono fornire indicazioni e commenti circa la conformità dei parametri monitorati alle indicazioni e ai limiti imposti dalla vigente normativa in materia, in considerazione anche e soprattutto della continua evoluzione della stessa.
Le attività di monitoraggio sono svolte direttamente dagli esperti che possono essere supportati da operatori di campo preposti all’acquisizione dei campioni e dei dati ambientali in campo.
Gestione ambientale di cantiere
Il Sistema di Gestione Ambientale di cantiere governa, attraverso una serie di procedure e istruzioni di lavoro, tutti gli aspetti ambientali legati alle attività costruttive di un’opera.
In taluni casi l’impresa non adotta un sistema di gestione conforme alla norma 14001:2015 ma un Piano ambientale di cantierizzazione nel quale sono descritte le modalità operative per la gestione dei principali aspetti ambientali.
In tema di gestione ambientale di cantieri temporanei e mobili un utile riferimento è costituito dalle Linee guida SGA per un’impresa di costruzione redatte dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili. Il volume anche se riferito alla precedente versione della norma (14001:2004) rappresenta un buon punto di partenza per quelle imprese che vogliono avvicinarsi alla gestione ambientale.
COME GESTIRE CORRETTAMENTE UN’MPRESA DI COSTRUZIONI?
Un aspetto che la guida non tratta è quello della struttura per la gestione ambientale di cantiere. Se nei cantieri di minori dimensioni potrebbe essere sufficiente un la presenza di un consulente con specifica competenza in quelli più grandi l’impresa deve dotarsi di una compagine specifica, l’unità ambientale di cantiere, alla quale demandare l’attività di implementazione, attuazione e controllo del SGA.
Responsabile del Sistema di Gestione Ambientale (RSGA)
Il Responsabile del Sistema di Gestione Ambientale (SGA) è un tecnico espressamente competente in materia ambientale, che fornisce indicazioni all’Appaltatore per il rispetto della normativa di settore vigente e la gestione degli aspetti ambientali significativi per il cantiere.
Il RSGA è responsabile del coordinamento dell’unità ambientale di cantiere e nell’ambito del sistema gestione ambientale:
- individua i fattori di rischio/opportunità ambientale;
- elabora le misure di tutela ambientali e i sistemi di controllo di tali misure;
- propone i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
- cura l’aggiornamento del Sistema di Gestione Ambientale (SGA), e delle correlate procedure e modulistica;
- esegue audit interni di controllo finalizzati al rispetto procedure di SGA;
- gestisce la documentazione e le relative registrazioni di SGA.
Unità ambientale di cantiere
L’unità ambientale di cantiere rappresenta la principale struttura attraverso la quale il Contraente Generale/Appaltatore garantisce la corretta ed esaustiva gestione degli aspetti ambientali e il perseguimento di una più efficace integrazione e correlazione fra detti aspetti e quelli attinenti alla tecnica delle lavorazioni e alla sicurezza.
L’unità ambientale di cantiere è composta dagli Ispettori di Controllo Ambientale di cantiere ed ha il compito di:
- contribuire alla redazione ed all’implementazione del SGA;
- garantire l’attuazione e il mantenimento del SGA, anche attraverso lo svolgimento di periodici audit di controllo in cantiere;
- eseguire gli audit di seconda parte ovvero verificare l’operato di affidatari/subaffidatari/fornitori;
- eseguire le ispezioni periodiche dei cantieri e delle aree operative con l’obiettivo di supportare i vari responsabili e operatori, preposti all’applicazione del SGA, nella conduzione delle attività di autocontrollo.
Questa struttura, inoltre, può essere incaricata della redazione della documentazione ambientale necessaria per l’ottenimento delle autorizzazioni ambientali richieste dalla normativa vigente (autorizzazione alla gestione dei rifiuti, autorizzazione e/o comunicazione alle emissioni in atmosfera, autorizzazione allo scarico idrico, richiesta di deroga per i livelli acustici, ecc.).
Integrazione tra piano di monitoraggio ambientale e sistema di gestione ambientale
Dopo aver parlato delle diverse figure con competenze ambientali impegnate in un cantiere temporaneo e mobile, è utile a mio avviso fare una considerazione sulla necessaria integrazione tra i sistemi di monitoraggio e controllo ambientale.
Di fatto, se focalizziamo l’attenzione sul complesso sistema di rapporti e interconnessioni che il Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA) deve mantenere con il Sistema di Gestione Ambientale (SGA), emerge chiaramente l’obiettivo di acquisire all’interno di un unico sistema indagini, misurazioni, accertamenti, censimenti, sopralluoghi e monitoraggi espressamente riferibili:
- alle sorgenti di pressione ambientale (quali, ad esempio, camini di emissione in atmosfera, mezzi d’opera, impianti fissi e mobili, scarichi idrici, rifiuti, ecc.);
- all’andamento degli indicatori ambientali presso i ricettori potenzialmente esposti a detti fattori di pressione generati dal cantiere.
Va rilevato, infatti, che:
- Il Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA) risulta prioritariamente orientato ai ricettori, naturali e antropici, dei fattori di impatto direttamente o indirettamente generati dalle fasi di cantiere e di esercizio dell’infrastruttura, registrandone l’andamento temporale in corrispondenza degli areali di impatto e delle aree di esposizione;
- Il Piano di Controllo Ambientale (PCA), posto a supporto del Sistema di Gestione Ambientale, è principalmente focalizzato sulla sorgente diretta dell’impatto, verificandone soprattutto la conformità normativa e la congruità alle disposizioni previste negli atti autorizzativi acquisiti dagli Enti competenti.
Per quanto sopra l’integrazione tra i sistemi garantisce che le misurazioni ambientali siano orientate, contemporaneamente, alle sorgenti e ai ricettori, consentendo valutazioni e correlazione della tipologia causa-effetto idonee a mettere in atto le necessarie azioni per la riduzione degli impatti stessi adeguatamente governate da procedure ed istruzioni del sistema di gestione ambientale.
Emerge evidente la necessità che i diversi reparti, monitoraggio e gestione, mantengano una stretta connessione pur con una netta distinzione di compiti.
Le attività di controllo da parte del concessionario/stazione appaltante
Le figure ambientali sopra riportate sono tutte riconducibili al contraente generale/appaltatore che attraverso il Responsabile Ambientale mantiene l’interfaccia con il Concessionario/Stazione Appaltante, ma quest’ultimo come può esercitare la sua attività di controllo?
Le soluzioni sono diverse a seconda che si tratti della raccolta dei dati (monitoraggio ambientale) o dell’adozione di procedure ed istruzioni operative per la conduzione dei cantieri (gestione ambientale).
In ambo i casi il Concessionario/Stazione Appaltante affidandosi a soggetti adeguatamente formati (a titolo di esempio: in possesso della qualifica di auditor di sistemi di gestione, avendo superato con esito positivo il corso di 40 ore per Auditor Ambientali, in base alla norma UNI EN ISO 19011 presso organismo per la certificazione del personale accreditato ACCREDIA o altro Ente riconosciuto) potrà svolgere attività di verifica e validazione al fine di vigilare efficacemente sulle attività di cantiere attraverso delle procedure codificate.
Nel seguito sono riportate alcune regole base delle procedure da seguire per la verifiche.
Verifica e validazione dei dati del monitoraggio ambientale
Nell’ambito del monitoraggio ambientale risulta di particolare importanza disporre di dati ambientali ai quali poter attribuire il giusto livello di affidabilità e rappresentatività.
Da qui la necessità di supportare l’esecuzione del PMA con un adeguato processo di verifica e validazione dei dati per assicurare che le misurazioni effettuate abbiano un livello di qualità omogeneo e con lo scopo di massimizzare il livello di confidenza nei risultati di misura acquisiti attraverso il PMA.
L’attività potrà essere espletata in riferimento alle diverse fasi della realizzazione di un’opera:
- prima del monitoraggio mediante riunioni del RA con i tecnici monitori per definire e divulgare le procedure specifiche di esecuzione del monitoraggio, verificare la strumentazione da utilizzare e definire un crono programma di riunioni periodiche di confronto sul lavoro svolto;
- durante il monitoraggio ante-operam da parte dei monitori ambientali per valutare lo stato di qualità base delle diverse componenti potenzialmente interessate da impatti relativi alla realizzazione dell’opera definire i protocolli da adottare durante le fasi di campionamento/monitoraggio;
- durante il corso d’opera da parte di RA-RTO per controllare e supportare i monitori ambientali nelle campagne di monitoraggio;
- nel post-operam da parte di RA-RTO per verificare i sistemi di monitoraggio utilizzati dai monitori ambientali, individuando le eventuali situazioni di residue criticità ambientali su cui intervenire con appropriate mitigazioni e con proposte di compensazioni.
Nell’ambito delle attività di cui sopra potranno essere raccolte informazioni utili a determinare l’affidabilità dei dati rilevati quali, per esempio:
- valutazione complessiva dei dati dell’area in osservazione al fine di correlare i dati forniti dal monitoraggio con le potenziali sorgenti di inquinamento interne al cantiere o esterne ad esso (traffico veicolare, emissioni industriali, sorgenti naturali);
- influenza delle condizioni meteorologiche al fine di correlare i fenomeni di inquinamento atmosferico con precise situazioni meteorologiche;
- informazioni sullo stato di funzionamento e di efficienza degli analizzatori;
- documenti sulla manutenzione della strumentazione utilizzata dove vengono registrate le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuate sulla strumentazione;
- certificati di taratura degli strumenti utilizzati.
Verifiche (audit) sulla gestione ambientale
Gli audit di seconda parte sono delle attività di verifica svolte sui fornitori al fine di verificare il rispetto delle condizioni contrattuali.
Le verifiche di seconda parte svolte in corso d’opera nei cantieri di fronte lavori e logistici consentono di:
- monitorare in maniera efficacie le attività svolte dall’affidatario e dagli altri soggetti coinvolti nella realizzazione dell’opera;
- identificare le situazioni di rischio ambientale ovvero valutare le misure attuate per la gestione dei rischi stessi;
- diffondere la Politica Ambientale e le buone pratiche del concessionario/stazione appaltante.
Tali verifiche dovrebbero prevedere almeno tre fasi:
- la programmazione delle verifiche, garantendo un campionamento sistematico delle diverse attività svolte in cantiere;
- l’esecuzione delle verifiche assegnando un tempo congruo al fine di garantire all’auditor le risorse necessarie a verificare il rispetto di quanto previsto dal SGA per la gestione degli aspetti ambientali;
- l’esecuzione di azioni di follow-up, consistenti nella verifica successiva di attuazione degli interventi correttivi sulle eventuali anomalie rilevate nelle verifiche ispettive precedenti.
Conclusioni
La gestione ambientale dei cantieri temporanei e mobili pur incontrando ancora notevoli difficoltà in gran parte legate alla complessità della normativa attuabile e alla non obbligatorietà di strumenti operativi e di figure responsabili, sta generando l’applicazione di modelli sempre più strutturati ed efficaci (come quello descritto di cui si allega uno schema tipologico) grazie allo sviluppo di strutture con logiche e indirizzi chiari formate da personale altamente qualificato e specifico.
Tali soluzioni sono in grado di generare un alto livello di controllo da parte di un Contraente Generale/Appaltatore sulle dinamiche ambientali al fine di limitare al massimo conseguenze sanzionatorie e provvedimenti amministrativi/giudiziari.
Inoltre in un tale contesto organizzato anche il controllo e la verifica da parte del Concessionario/Stazione Appaltante trova facile collocazione e può garantire un ulteriore incremento del grado di sicurezza, prevenendo l’insorgenza di criticità ambientali.