Valutazione ambientale: quanto conta l'esperienza del fornitore?

30 maggio 2019 / Gabriele Cailotto

CATEGORIA: Vas Via Vinca

La procedura di valutazione ambientale strategica (VAS) è una sorta di evoluzione rispetto a quella di VIA e nell’ambito della legislatura italiana, la normativa ha subito numerose revisioni e aggiustamenti sotto forma di decreti statali e Leggi Regionali.

Il quadro normativo, insomma, è piuttosto complesso, ma non è questa l’unica ragione per cui la scelta del consulente di ingegneria ambientale si rivela strategica per il successo di un progetto. Scopriamo tutte le altre nell’articolo che segue.


Quando serve la valutazione ambientale strategica?

Al momento della pubblicazione di questo articolo (30 maggio 2019) la valutazione ambientale strategica in Italia viene effettuata per i piani e i programmi dei settori che seguono:

  • agricolo
  • forestale
  • pesca
  • energetico
  • industriale
  • trasporti
  • gestione dei rifiuti
  • gestione delle acque
  • telecomunicazioni
  • turistico
  • pianificazione territoriale
  • destinazione dei suoli

Una VAS è prevista anche per i piani che riguardano zone di protezione speciale, ad esempio:

  • per la conservazione di flora e fauna selvatica
  • per la protezione degli habitat naturali

La VAS si applica, inoltre, ai piani e ai programmi per cui è necessaria una Valutazione d’Incidenza (ai sensi dell’art. 5 del D.P.R. 357/1997 e successive modificazioni).

valutazione impatto ambientale

Definire gli ambiti di attuazione della valutazione ambientale strategica, come abbiamo visto, non è immediato. Esistono però piani o programmi che ne sono esclusi.

Eccoli di seguito:

  • quelli destinati a scopi di difesa nazionale urgenti o coperti da segreto di Stato
  • piani e programmi finanziari o di bilancio
  • quelli di protezione civile in caso di rischio per l'incolumità pubblica
  • i piani di gestione forestale approvati dalle regioni o da organismi preposti

Qual è la differenza tra valutazione ambientale strategica e valutazione d’impatto ambientale?

Innanzitutto, quello di VAS viene definito “processo”, mentre ci si riferisce solitamente alla VIA come a una procedura. La VAS è precedente la VIA, ma non necessariamente determinante per la procedura.

La differenza principale riguarda le fasi d’azione e gli oggetti valutati.

Il processo di valutazione ambientale strategica riguarda gli effetti ambientali dei piani/programmi, mentre la procedura di VIA riguarda gli impatti dei progetti, ovvero le possibili variazioni di stato delle componenti ambientali causate da un’opera.

Se, dunque, la VIA riguarda esplicitamente la prevenzione del danno ambientale prevedibile in fase di progettazione, la VAS è guidata da un principio di precauzione e unisce l'interesse ambientale a quelli socioeconomici, anche in assenza di certezza scientifica delle conseguenze ambientali dannose.

Il vantaggio della presenza di un consulente ambientale

Il supporto di un consulente ambientale è decisivo in tutte le fasi del progetto.

Se ci si affianca a uno studio di professionisti fin dall’inizio, ancora prima che si avvii l’iter di autorizzazione ambientale per intenderci, non solo si avrà una maggiore sicurezza nel predisporre i documenti richiesti, come gli studi di impatto, ma si otterranno preziosi suggerimenti e consigli per orientare il progetto a una maggiore efficienza in termini di tempi richiesti per l’approvazione e di costi operativi.

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Le competenze per valutare l’esperienza del partner riguardano diversi ambiti, vediamole di seguito:

  • la tempestività con cui il consulente risponde ai dubbi circa la necessità di applicare la procedura di VIA al progetto specifico
  • la velocità di risposta risponde a osservazioni e/o richieste di integrazione da parte degli enti preposti
  • la disponibilità al confronto tecnico con l’amministrazione competente
  • l’esperienza nella redazione di studi preliminari e di impatto ambientale
  • la conoscenza delle misure di attenuazione attuabili per limitare gli effetti ambientali

L’esperienza va poi misurata anche in abito di valutazioni di impatto, redazione di relazioni paesaggistiche, di incidenza e nella fase di monitoraggio ambientale.

La presenza capillare sui territori ha il suo peso già in fase preliminare di valutazione ambientale, per la conoscenza delle normative e della conformazione delle aree oggetto degli interventi. Se ci si affida a un partner che ha già gestito progetti simili e conosce il territorio, si ha la possibilità di ridurre notevolmente i tempi e di conseguenza i costi di un progetto nella sua interezza. Se poi il consulente fa parte di una società strutturata e può affiancare il proponente in tutte le fasi, può fare davvero la differenza.

In ambito industriale privato, ad esempio, il consulente fornirà assistenza tecnica e amministrativa che si può concretizzare nella elaborazione dello studio di impatto ambientale, della documentazione necessaria alla procedura di VIA e nella gestione dei rapporti con le Autorità.

Se il consulente segue il progetto anche dopo l’ottenimento dell’autorizzazione, in corso d’opera, sarà più semplice verificare che le prescrizioni dell’ente vengano rispettate, con l’ulteriore vantaggio di avere un interlocutore unico per tutte le fasi del progetto, senza la necessità di sub-appalti e passaggi di consegne.

Negli impianti di cantiere, il consulente ambientale dotato di una struttura solida potrà gestire i rapporti con le Pubbliche Amministrazioni e la logistica di cantiere, ricoprendo laddove necessario il ruolo di Responsabile Ambientale.



Quando la società di consulenza ha una struttura capillare, è capace di garantire una presenza territoriale e di fornire un supporto immediato al cliente. Fin dagli incontri preliminari, è essenziale che il partner si metta in ascolto delle esigenze e dimostri la sua attenzione per indicare la soluzione più efficiente per l’ottenimento delle autorizzazioni e la gestione dell’iter progettuale.

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