Storie di Economia Circolare: AEC incontra Zordan 1965 - parte 1

4 settembre 2020 / Elena Masia

CATEGORIA: Sviluppo Sostenibile, economia circolare, AEC Incontra

Per il nostro secondo appuntamento con AEC Incontra – Storia di Economia Circolare, abbiamo scelto la Zordan 1965, azienda leader mondiale nel settore legno arredo di alta gamma. Durante il nostro incontro si è parlato di molte cose, anche alla luce degli ultimi accadimenti a dir poco disruptive.

Da questo racconto appassionato, fatto a più voci, abbiamo tratto alcuni preziosi suggerimenti sull'essere imprenditori – responsabili - che vorremmo condividere; a partire dal primo che, forse, più che un suggerimento è una chiara constatazione: siamo tutti temporary owners di ciò che ci circonda.

“Siamo custodi temporanei della nostra impresa perché tutto ciò che stiamo facendo oggi è volto a creare l’azienda migliore di domani, per un mondo migliore da lasciare alle future generazioni” Maurizio Zordan (Chief Executive Officer Zordan)

Ma come ha fatto la famiglia Zordan a custodire e a far evolvere nel tempo un’impresa che si attesta, oggi, su un trend di crescita annuo del 20% e che nel 2016 è diventata, prima nel suo settore, B-Corp certificata e società Benefit?

Facendo sue queste “regole”: 

Scopriamole ad una ad una.

1-La territorialità come valore distintivo 

Perché Zordan 1965? Semplice, 1965 è l’anno della fondazione della falegnameria di Attilio Zordan nella frazione di Piana di Valdagno, alla base delle Prealpi vicentine. Artigiano di quarta generazione e padre degli attuali proprietari, Attilio inizia la sua attività nella cantina di casa - come tutte le start up che si rispettino – in qualità di laboratorio tecnico per il gruppo tessile Marzotto; illustre esempio, quest’ultimo, di imprenditoria sociale (al pari di Olivetti, Lane Rossi etc.) i cui lasciti sono ancora oggi evidenti.

Il mondo originale della Zordan è tutto lì: materie prime (allora principalmente legno massello), collaboratori (con cui condividere un progetto di lavoro e di vita), mercato di sbocco; tutto è circoscritto nel raggio di pochi chilometri.

“La nostra è una famiglia di falegnami da diverse generazioni; la prima generazione organizzata è stata quella di nostro padre che ha avviato l’azienda nel 1965; prima di lui ci sono state almeno altre tre generazioni di falegnami. Il lavoro di mio nonno era un lavoro che si svolgeva tra la sua bottega, Il bosco - da cui si estraeva la materia prima - e la segheria alimentata ad acqua. In quel lavoro c’era una circolarità, un legame con la natura e con le risorse disponibili che era in equilibrio, così come erano in equilibrio le relazioni” - Maurizio Zordan

A metà degli anni 90 del secolo scorso, la prima svolta: dopo la felice esperienza maturata negli allestimenti temporanei e nella creazione di complementi d’arredo - passando per gli imballaggi industriali - la famiglia Zordan decide di concentrare tutta la sua attenzione nella produzione ad alto valore aggiunto per i brand del lusso.

La scelta risulta vincente. Crescono le commesse, si acquisiscono nuove competenze; nel 2009 rilevano un’azienda del territorio, la Delta Arredamenti. I Zordan si espandono e guardano oltre confine: Belgio, Germania, Francia, prima, e Stati Uniti d’America, poi, dove nel 2017 acquisiscono la Woodways International in Michigan.

Nel 2016 la seconda e fondamentale svolta: diventare azienda B- Corp certificata e cambiare la propria forma giuridica in società Benefit.

Oggi la Zordan fattura per il 92% sui mercati esteri del lusso, ma la proprietà, i collaboratori, i fornitori, senza considerare le competenze tecniche e la particolare sensibilità per il lavoro artigiano, rimangono profondamente legati al luogo d’origine: Valdagno.

AEC incontra Zordan 1965_stabilimento

Lo stabilimento della Zordan 1965 a Valdagno (VI)

2-Minima impronta, massimo risultato

Tutto parte da un atteggiamento, tipico di un recente passato - e che stiamo fortunatamente riscoprendo - per cui ogni risorsa è preziosa e non va sprecata, e il riutilizzo è un concetto applicabile a qualsiasi cosa possa avere ancora un valore.

Ma in Zordan c’è molto più di questo. I concetti di: recupero, riuso, riciclo, “non spreco” sono sinonimi di consapevolezza pragmatica per cui ogni azione, o non-azione, ha delle conseguenze precise, e gli effetti, magari non visibili nell'immediato, si riflettono inevitabilmente sull'andamento dell’impresa e sugli equilibri dell’ambiente in cui opera.

Nell'azienda di Valdagno, ancora oggi, ogni aspetto del processo produttivo, materiale e immateriale, è definito per garantire i migliori risultati al minimo impatto, a partire da:

FONTI ENERGETICHE: da sempre gli scarti di lavorazione costituiscono biomassa utile per il riscaldamento degli stabilimenti produttivi. Il restante fabbisogno viene soddisfatto da un impianto fotovoltaico e, quando occorre, dall'acquisto di energia green certificata.

APPROVVIGIONAMENTI: il 100% della materia prima di origine legnosa utilizzata da Zordan (legno massello e semilavorato) proviene da foreste certificate FSC e PEFC a gestione ambientale e sociale responsabile (ne abbiamo parlato anche in questo articolo, leggi qui). Per tutti gli altri tipi di forniture, si predilige quanto più possibile il concetto di prossimità per garantire un maggior controllo qualità e un minor impatto, in termini di costo ed emissioni.

 

Guarda la video intervista a Paolo Pajusco

Planner Zordan 1965

A proposito di EMISSIONI: la Zordan punta ad una produzione carbon neutral entro il 2030. Per raggiungere tale traguardo è necessario, prima di tutto, mappare le emissioni di gas serra legate al ciclo di vita del prodotto (carbon footprint), coinvolgendo anche la rete di fornitori esterni.

Oltre a quanto appena descritto, ci sono due aspetti su cui Zordan sta investendo molte energie e che rappresentano due pilastri fondamentali dell’economia circolare: l’eco-design e il riutilizzo post-consumo.

Iniziamo dal primo, l'ECO-DESIGN. Gli arredi e gli allestimenti della Zordan sono prodotti multimateriale e multicomponente (legno abbinato ad acciaio, ferro, ottone, tessuti e vetro); inoltre, molto spesso i tecnici lavorano su progetti esecutivi già forniti dal cliente, magari realizzati a distanza di tempo, per cui non è più possibile intervenire.

Negli ultimi tempi, si assiste, però, ad un dialogo sempre più aperto e collaborativo tra produttore e cliente, fin dalle prime fasi progettuali; si verifica, usando le parole di Paolo Pajusco, Planner Zordan, “sempre più un intreccio, una collaborazione tra chi richiede il prodotto e chi va a produrlo” e questo li rende sempre più responsabili, a pari livello, della validità del risultato finale.

Zordan ha colto in questo cambio di rotta l’opportunità di mettere in pratica un’idea che accarezzava da tempo: sviluppare insieme al cliente, fin dall'inizio, un concept d’arredo più sostenibile.

È così che, oggi, l’azienda di Valdagno si propone sul mercato con una veste nuova: non solo “semplice” produttore di arredi, ma anche designer di spazi e allestimenti a minor impatto; prodotti concepiti in ottica di eco-design grazie all'uso di moduli componibili monomaterici che possano essere, perciò, facilmente riciclati e riutilizzati a fine vita.

Questa per Zordan è la via principale “per ottenere un prodotto quanto più responsabile verso l’ambiente”.

A proposito, invece, del secondo aspetto dell’economia circolare: il riutilizzo POST CONSUMO.

Zordan è impegnata soprattutto nella realizzazione di allestimenti d’interni per marchi del lusso o per il settore travel retail. Gli allestimenti in media durano dai 5 ai 10 anni. Come fare per generare il minimo impatto?

Zordan, da sempre, favorisce il riutilizzo degli allestimenti mettendo a disposizione dei suoi clienti magazzini adeguati a custodirli e competenze tecniche necessarie per riadattarli a nuove esigenze. Se il riutilizzo, purtroppo, non è una strada praticabile, l’azienda coordina lo smaltimento del prodotto, favorendo il recupero e il riuso dei materiali. Solo nell'ultimo anno ha recuperato 41 t di legno e truciolo (100% sul totale degli scarti legnosi) concorrendo a far raggiungere al nostro Paese la quota del 95% di rifiuti legnosi post consumo riconvertiti (Rapporto Green Italy 2020).

 

Guarda la video intervista a Giuseppe Caruso

Project Manager Zordan 1965

 

3-Sostenibilità integrata

Tutta l’azienda è impegnata in diverse iniziative, individuate di concerto e chiamate “azioni per l’ambiente”. Ogni singola azione induce ad adottare comportamenti virtuosi facilmente replicabili al di fuori del contesto lavorativo, come ad esempio: momenti di ristoro plastic free, car pooling, acquisti di prossimità, orto aziendale condiviso etc.

Tutte queste buone pratiche concorrono a far circolare l’idea che un altro modo, sostenibile e responsabile, di creare l’eccellenza del made in Italy esiste ed è possibile, e i Zordan, a poco a poco, stanno contaminando con il buon esempio sempre più clienti e fornitori.

Tale approccio sostenibile a 360° ha permesso all'azienda di Valdagno di ottenere per due volte consecutive il premio Green Design Awards che Bulgari, nota casa di alta gioielleria, conferisce ai suoi fornitori più meritevoli per politiche e pratiche di sostenibilità. Una conferma in più che non basta far bene le cose, ma conta altrettanto come vengono realizzate.

Per informazioni più dettagliate consulta la Relazione d’Impatto 2019 del Gruppo Zordan.

 

AEC Incontra ti aspetta alla prossima puntata con le altre tre regole di Zordan 1965! 📝🖋️....

 

Da Accademia Economia Circolare nasce AEC Incontra: un contenitore di idee e best practices per testimoniare e promuovere un modo altro di fare impresa, tutto italiano, capace di mettere a sistema: tradizione, conoscenza, eco-innovazione e territori. Ad ogni incontro raccogliamo le storie di imprese virtuose, esempi vincenti di economia circolare ed ecosostenibilità, e le postiamo sul nostro blog per far circolare le idee innovative e le buone pratiche. 


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Elena Masia
AUTORE

Elena Masia

Considero l’impresa un sistema aperto, in relazione con il territorio e le istituzioni; un luogo ideale dove poter sviluppare progetti e percorsi utili a garantire lo sviluppo di un business etico, innovativo e sostenibile.