La tutela assicurativa contro i danni all'ambiente: 5 cose da sapere

19 novembre 2018 / Stefano Reniero

CATEGORIA: Responsabilità Ambientale

Sabato 29 settembre ’18 nell'ambito del corso Consulenza tecnica nei processi penali contro l’ambiente, organizzato da Ca' Foscari Challenge School, ho assistito ad una interessante lezione del dott. Giovanni Faglia, per 17 anni Responsabile del Pool Inquinamento ed oggi Pollution Underwriting Manager di HDI Global SE, il quale si è reso disponibile ad una revisione critica di questo articolo.

Al dott. Giovanni Faglia i miei ringraziamenti e a tutti voi buona lettura!

La valutazione e la gestione del rischio sono momenti fondamentali per garantire la continuità del business aziendale come richiede la nuova ISO 14001:2015 che ha introdotto a pieno titolo il concetto di “rischio” permettendo così di strutturare modalità operative e strumenti che possano essere adeguati anche per valutare e gestire i rischi connessi alla gestione ambientale.

Tra i rischi, che la norma definisce come “effetto dell’incertezza”, vi è anche quello di imbattersi in problematiche di natura ambientale (incidenti, emergenze, ecc.) per la cui gestione l’azienda deve definiti differenti protocolli preventivi nonché modalità e priorità di intervento.

Tuttavia, nel caso delle condizioni cosiddette “anomale” o “di emergenza” l’adozione di specifiche procedure può limitare i danni ma difficilmente riesce escludere completamente gli effetti negativi sull'ambiente.

In questi casi, una specifica polizza Responsabilità Ambientale che copra eventuali danni a terzi nonché i costi degli interventi di messa in sicurezza di emergenza e di bonifica (ed eventualmente anche il danno ambientale qualora sussistano i presupposti di cui all’art. 300 del d.Lgs. 152/06) rappresenta l’unico strumento che ha l’azienda per limitare gli effetti negativi sul business aziendale di un evento incidentale. Vediamo gli aspetti salienti.

1 - Quali sono le principali cause di inquinamento?

Tra le cause più frequenti di inquinamento vi sono:

  1. emissioni inquinanti in atmosfera: in caso di guasti o malfunzionamenti dei filtri dei camini o punti di emissione si possono verificare emissioni di sostanze in grado di arrecare danno alle risorse naturali, a persone e cose. Le sostanze tossiche entrando in contatto con gli esseri viventi possono determinare effetti negativi sul loro stato di salute. Il particolato può invece non avere effetti diretti sugli esseri viventi ma, ricadendo al suolo, è in grado di contaminare (e/o “inquinare” secondo la definizione fornita dall'art. 452-bis del c.p.) le matrici ambientali che, a loro volta, possono diventare veicolo per la migrazione dell'inquinante.
  2. incendio: in caso di incendio il titolare dell'impresa oltre a sostenere i danni diretti ed indiretti subiti dalla propria azienda deve farsi carico delle eventuali spese di bonifica e del risarcimento di terzi danneggiati. Le sostanze liberatesi con l’incendio o le acque di spegnimento possono determinare l’emissione in atmosfera di sostanze tossiche; lo scarico fuori norma in corpi idrici superficiali o nella rete di reflui ed acque di spegnimento contaminate; il percolamento di sostanze inquinanti nel suolo e sottosuolo; danni a cose, persone e interruzioni di esercizio di terzi; danni a flora e fauna selvatiche.
  3. percolamenti da aree di stoccaggio o di deposito: le aree di deposito di materie prime, di prodotti o quelle di stoccaggio di rifiuti, i serbatoi e le vasche fuori terra, possono diventare sorgenti di contaminazione in caso di perdite continue, anche di modesta entità, di rottura vasche o il collasso strutturale dei serbatoi fuori terra che possono infiltrarsi nel sottosuolo.
  4. perdite da serbatoi o condotte interrate: gli elementi interrati quali condotte di adduzione, serbatoi e reti di raccolta reflui rappresentano una frequente causa di inquinamento, soprattutto di contaminazioni graduali. Da una piccola perdita non rilevata per diversi anni possono originarsi estese contaminazioni del sottosuolo e della falda acquifera di elevata entità. Misure di prevenzione e protezione adeguate sono un elemento di grande importanza nella riduzione del rischio ma da sole non bastano a proteggere il patrimonio dell'azienda.
  5. scarico di reflui fuori norma: l'emissione di reflui fuori norma può verificarsi per diverse ragioni, quali un sovraccarico rispetto alla potenzialità dell'impianto, un guasto improvviso nell'impianto di depurazione, l'ingresso anomalo di reflui che l'impianto non è in grado di trattare. Nel caso di scarico del depuratore in corpo idrico superficiale oltre alla contaminazione (e/o “inquinamento”) delle acque e delle sponde, si può verificare anche il danneggiamento dello stesso, con conseguente danno da interruzione di attività, nel caso in cui a valle dello scarico vi sia un depuratore comunale o consortile.
  6. sversamenti di sostanze inquinanti: gli sversamenti di sostanze inquinanti di norma si verificano per errore umano durante operazioni di carico e scarico sia all'interno dell'azienda che presso terzi. In assenza di idonea impermeabilizzazione le sostanze inquinanti possono percolare nel sottosuolo o raggiungere corpi idrici superficiali.

2 - I danni alle matrici ambientali

Un evento inquinante determina:

  • danni a terzi ovvero danni a cose e persone o danni per interruzione di esercizio da cui derivano richieste di risarcimento;
  • danni alle matrici ambientali ovvero la contaminazione dell’aria, la contaminazione del suolo e sottosuolo, la contaminazione di corpi idrici, danni a specie e habitat naturali protetti da cui deriva la necessità di ripristino del danno ambientale (primario, compensativo e complementare).

Nel caso di danni alle matrici ambientali, tra le conseguenze più comuni vi sono:

  • Contaminazione dell’aria: i principali effetti sono legati nel caso degli ecosistemi naturali al deterioramento strutture vegetali, intossicazione, effetti acuti o cronici su animali ed alla contaminazione del suolo e/o dei corpi idrici per deposizione di polveri al suolo.
  • Contaminazioni di suolo e sottosuolo: la contaminazione di questa matrice dovuta all'immissione di sostanze inquinanti determina la perdita di biodiversità, la riduzione della fertilità e la predisposizione all'erosione accelerata. Inoltre, sono possibili fenomeni di bioaccumulo nelle catene alimentari.
  • Contaminazioni delle acque: nel caso di acque superficiali il superamento di determinate soglie di concentrazione di sostanze inquinanti compromette in modo irreversibile la capacità intrinseca dei corpi idrici di tollerare sostanze chimiche naturali e sintetiche e si traduce in minore capacità di autodepurazione, diminuzione o alterazione della biodiversità e minore disponibilità della risorsa, introducendo una condizione di pericolosità per la salute dell'uomo e delle specie viventi. La contaminazione delle falde acquifere può avere gravissime conseguenze sulle specie viventi e gli ecosistemi. Tali acque se usate per l'irrigazione portano gravi danni all'agricoltura e conseguentemente all'uomo. Altrettanto gravi sono le conseguenze qualora le acque contaminate siano destinate ad uso idropotabile.
  • Danno a specie ed habitat naturali: se flora e fauna vengono danneggiati si assiste nell'alterazione delle cenosi vegetali con fenomeni di deperimento anche estesi ed alla riduzione di una o più popolazioni di che si traduce in perdita di biodiversità. La riduzione di specie animali compromette il naturale equilibrio degli ecosistemi con conseguenze dirette alla catena alimentare.

Le "5 cose da sapere" sono:

  1. Quali sono le principali cause di inquinamento?
  2. I danni alle matrici ambientali
  3. Danno improvviso e danno graduale
  4. Le coperture assicurative di responsabilità civile estese
  5. Le coperture assicurative specifiche: la polizza dedicata al rischio inquinamento

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Per l'immagine si ringrazia Giovanni Faglia

Stefano Reniero
AUTORE

Stefano Reniero

In Nexteco mi occupo dei nuovi progetti e seguo lo sviluppo commerciale dell'azienda.