I progetti delle grandi opere infrastrutturali passeranno al vaglio del Dibattito Pubblico

Prosegue l'attuazione del Codice dei Contratti con l'introduzione del Dibattito Pubblico.
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Con l’uscita del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 76 del 10 maggio 2018, attuativo del D.Lgs. 50/2016, viene formalizzata la partecipazione operativa delle comunità locali nelle scelte progettuali delle grandi opere strategiche definite, come tipologia e soglia dimensionale, nell’allegato 1 al suddetto Decreto.

Cosa prevede il nuovo Decreto

All’art. 22 del D.Lgs. 50/2016, si legge di fatto che per grandi opere infrastrutturali aventi impatto rilevante sull’ambiente, sulle città e sull’assetto del territorio, individuate per tipologia e soglie dimensionali, su proposta del Consiglio superiore dei lavori pubblici e previo parere dell’Anac, è obbligatorio il ricorso alla procedura di dibattito pubblico.

Si tratta quindi dell’ennesima tessera nell’attuazione del Codice degli Appalti: il nuovo Decreto prevede su quali opere debba essere effettuato il dibattito, le sue modalità, la durata massima e i compiti di monitoraggio.

L’obiettivo è quello di misurare anticipatamente, in modo trasparente e in tempi definiti il possibile impatto delle nuove opere sui territori interessati al fine di poter svolgere in modo efficace le fasi successive della progettazione, minimizzando e/o riducendo i possibili contenziosi da parte degli enti locali.Andando nel dettaglio, tutte le opere ricadenti nell’allegato 1 sopracitato, per le quali l’affidamento dell’incarico di redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica sarà successivo al 24 agosto 2018 (sessanta giorni dalla pubblicazione del Decreto 76/2018), dovranno passare attraverso il dibattito pubblico.

Cos’è il dibattito pubblico e quali sono le figure coinvolte

Il Decreto definisce il dibattito pubblico come “il processo di informazione, partecipazione e confronto pubblico sull’opportunità, sulle soluzioni progettuali di opere, su progetti o interventi di cui all’allegato 1” .Le figure chiave del dibattito pubblico saranno:

  • le Amministrazioni aggiudicatrici o Enti aggiudicatori,
  • una apposita Commissione nazionale con compiti di vigilanza
  • un coordinatore che gestirà le azioni da farsi.

L’Amministrazione aggiudicatrice o l’Ente aggiudicatore dovrà indire il dibattito pubblico su richiesta di diversi soggetti quali: Ministeri interessati, Consigli regionali e provinciali; Consigli comunali; cittadini elettori (minimo 50.000) nel territorio interessato dall’intervento.Sarà istituita presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la Commissione nazionale per il dibattito pubblico composta da: 

  • 2 rappresentanti designati dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti;
  • 3 rappresentanti designati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri;
  • 5 rappresentanti ciascuno designato, rispettivamente, dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, dal Ministro dello sviluppo economico, dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, dal Ministro della giustizia e dal Ministro della salute;
  • 5 rappresentanti nominati dalla Conferenza Unificata, di cui 2 in rappresentanza delle regioni, 1 dall’Unione delle Province d’Italia e 2 dall’Associazione Nazionale dei Comuni

Tale Commissione monitorerà il corretto svolgimento delle procedure del dibattito, organizzerà le attività a livello territoriale con il coinvolgimento attivo degli enti territoriali interessati, presenterà al Governo e alle Camere entro il 30 giugno e con cadenza biennale, una relazione sulle risultanze delle attività di monitoraggio svolte evidenziando criticità e proponendo soluzioni.

L’amministrazione aggiudicatrice o l’ente aggiudicatore individuerà, secondo i propri ordinamenti, il soggetto titolare del potere di indire il dibattito pubblico che si svolgerà nelle fasi iniziali di elaborazione di un progetto e comunque non potrà svolgersi oltre l’avvio della progettazione definitiva.

Il dibattito pubblico avrà un durata massima di quattro mesi a decorrere dal dossier di progetto elaborato dall’amministrazione aggiudicatrice o l’ente aggiudicatore.

Oltre alla Commissione di cui sopra, verrà nominato un coordinatore del dibattito pubblico scelto tra dirigenti pubblici o attraverso un appalto specifico di servizi.

Il coordinatore avrà il compito di:

  • progettare le modalità di svolgimento del dibattito pubblico;
  • valutare modifiche al dossier del progetto;
  • favorire il confronto tra i partecipanti;
  • definire il piano pubblico di comunicazione;
  • segnalare alla Commissione eventuali anomalie;
  • redigere la relazione conclusiva del dibattito pubblico.

Il Coordinatore avrà 30 giorni per presentare all’Amministrazione aggiudicatrice o all’Ente aggiudicatore, nonché alla Commissione nazionale, la sopra citata relazione conclusiva che verrà trasmessa all’autorità competente per la presentazione dell’istanza di valutazione di impatto ambientale.

Per quali opere sarà obbligatorio ricorrere a tale procedura?

Nell’allegato 1 al DPCM 76/2018, sotto riportato, sono state inserite 12 categorie di infrastrutture per le quali la procedura è obbligatoria.

LEGGI IL DPCM 10 MAGGIO 2018!

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Andrea Pianca

Ingegnere Civile dei Trasporti, esperto nella gestione di progetti di opere infrastrutturali complesse anche inquadrate tra le opere strategiche ("Legge Obiettivo" n. 443/2001 e s.m.i.). In Nexteco seguo l'area infrastrutture e l'assistenza alle Stazioni Appaltant.
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Andrea Pianca

Ingegnere Civile dei Trasporti, esperto nella gestione di progetti di opere infrastrutturali complesse anche inquadrate tra le opere strategiche ("Legge Obiettivo" n. 443/2001 e s.m.i.). In Nexteco seguo l'area infrastrutture e l'assistenza alle Stazioni Appaltant.

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