Cosa fa il consulente di ingegneria ambientale?
Gli ingegneri ambientali sono professionisti specializzati nell’analisi, nel rilevamento, nella prevenzione e nella mitigazione dell’impatto e dei rischi legati alla gestione dell’ambiente (inteso come natura e patrimonio costruito) e delle risorse.
I consulenti che operano in questo ambito, dunque, combinano le competenze ingegneristiche alle conoscenze di tipo ambientale. I loro obiettivi sono la prevenzione, il controllo e la riduzione al minimo dell’impatto delle attività umane sull’ambiente e la gestione attenta del territorio.
Quando si ha che fare con la richiesta di autorizzazioni per i progetti, i consulenti mettono a disposizione competenze, esperienze, metodi e strumenti per eseguire la valutazione d’impatto, l’analisi e la gestione dei rischi, con l’obiettivo della salvaguardia dell’ambiente.
Nelle prossime righe, ti aiuteremo a capire quali sono le caratteristiche da valutare nella scelta dei consulenti di ingegneria ambientale per seguire passo dopo passo un progetto e portarlo al successo.
Esattamente come il responsabile ambientale delle opere, anche i consulenti devono avere competenze specifiche per potere seguire i diversi progetti con la medesima precisione. Non è solo l’esperienza in diversi territori (di cui parleremo più avanti) e l’affiancamento in tutte le fasi a più soggetti a fare la differenza, ma anche la conoscenza delle implicazioni di ogni tipologia di opera.
Entriamo nello specifico delle caratteristiche da valutare, nel prossimo paragrafo.
Esperienza diversificata
L’esperienza nella valutazione ambientale in molte occasioni è limitata a progetti di un unico settore, per cui si sviluppano competenze anche molto specifiche, relative a un solo ambito.
Nella scelta del fornitore, è opportuno considerare un partner in consulenza ambientale che abbia maturato un’esperienza a 360 gradi, in più settori, vediamo quali sono i più diffusi.
In ambito industriale privato, il consulente dovrebbe fornire un’assistenza di tipo tecnico e amministrativo, elaborando lo studio di impatto ambientale, predisponendo la documentazione necessaria per la procedura di VIA e gestendo i rapporti con le Autorità.
È importante che il partner sia in grado di offrire il proprio supporto anche consigliando le migliori soluzioni impiantistiche per fare in modo che il progetto ottenga le autorizzazioni necessarie, valutando insieme alla società cliente le migliori tecniche disponibili (Best Available Techniques – BAT).
Quando ci si rivolge a un consulente ambientale, quindi, la sua esperienza nell’ottenimento di autorizzazioni anche diverse rispetto a quelle prescritte dagli enti può fare la differenza, perché conosce l’impatto del progetto e sa come strutturare la documentazione in modo da prevedere ogni richiesta e ottimizzare i tempi di approvazione.
Quali ambiti possono riguardare le autorizzazioni ambientali richieste per un progetto in ambito industriale?
Ecco alcuni esempi:
- emissioni in atmosfera
- scarico in fognatura
- scarico in corpo idrico superficiale
- approvvigionamento idrico da pozzo o da acquedotto
- nulla osta acustico
- recupero dei rifiuti
- Autorizzazioni Integrate (AIA) / Uniche (AUA) Ambientali
A valle dell’ottenimento dell’autorizzazione, il vantaggio di avere un partner che fornisca assistenza anche in corso d’opera, con la verifica che siano rispettate le prescrizioni dell’ente, e gestisca i rapporti con le Autorità si concretizza nell’avere un unico interlocutore in tutte le fasi del progetto, senza dovere selezionare professionisti diversi ed eseguire un passaggio di consegne.
Qualora fosse necessario aggiornare l’autorizzazione, la presenza dello stesso consulente che ha seguito il progetto fin dalle prime fasi embrionali consente di snellire i processi di valutazione delle modifiche sostanziali o non sostanziali e della redazione della documentazione.
Per quanto concerne gli impianti di cantiere, il supporto del consulente ambientale alle imprese dovrà riguardare non solo i rapporti con le Pubbliche Amministrazioni, ma anche la progettazione della logistica di cantiere.
Oltre al conseguimento delle autorizzazioni ambientali, infatti, per un corretto avvio della realizzazione di lavori, è fondamentale prevedere la progettazione della logistica di cantiere che comprende tutti gli impianti e le istallazioni propedeutiche alla realizzazione di un’opera.
Nel corso dell’iter autorizzativo, occorre assicurarsi che il consulente ambientale sia in possesso di competenze ed esperienze relative a redazione di documentazione tecnica, campionamenti e analisi, verifiche e consulenza.
Quali ambiti possono riguardare le autorizzazioni ambientali nel caso di impianti di cantiere?
Ecco alcuni esempi:
- impianti di trattamento acque meteoriche e acque di processo
- impianti di trattamento emissioni convogliate in atmosfera
- campagne di recupero con impianti mobili
- piani di gestione e riutilizzo dei materiali di scavo
- barriere acustiche
- aree di deposito rifiuti
Ed entrando ancora più nello specifico, potrebbe essere necessaria anche una consulenza tecnica più specializzata nella gestione dei materiali derivanti da scavo di pali, diaframmi con bentonite, di pali trivellati, di gallerie con interventi di consolidamento (VTR) oppure da interventi jet-grouting.
Maggiore è l’esperienza del consulente di ingegneria ambientale, minore è la possibilità di dovere ricorrere a sub-appalti e interventi in corso d’opera.
Spostandoci invece nel mondo della Pubblica Amministrazione, il consulente ambientale che svolge le attività di supporto al RUP ha l’obiettivo di migliorare notevolmente la gestione degli appalti, soprattutto in virtù dell’ampliamento delle funzioni proprie del Responsabile Unico di Procedimento e delle competenze richieste al ruolo, sempre più altamente specialistiche.
Grazie al supporto di un esperto con competenze di natura sia tecnica che legale, anche negli appalti pubblici più complessi si riduce la possibilità per la PA di esporsi a rischi giudiziali ed eventualmente risarcitori.
È il comma 9 dell’Articolo 31 D.Lgs. 50/2016 a disporre l’opportunità per le stazioni appaltanti di istituire struttura stabile a supporto dei RUP, con l’obiettivo dichiarato di “migliorare la qualità della progettazione e della programmazione complessiva”.
Sebbene si tratti di una figura ancora poco richiesta dalle stazioni appaltanti, il bando di Anas SpA sull’Accordo Quadro potrebbe avere acceso l’attenzione anche di enti minori in questa direzione.
L’esperienza in attività di supporto al RUP, oltre a essere oggetto di valutazione da parte delle stesse stazioni appaltanti, fa parte di quel bagaglio di competenze trasversali che si rivelano utili anche da parte di committenti di altra natura, esattamente come la conoscenza del territorio e delle normative locali di cui parliamo nel prossimo paragrafo.
Conoscenza del territorio (e dei territori)
Quando emerge l’esigenza di affiancarsi a un consulente di ingegneria ambientale per la gestione di un progetto, la ricerca non può che ricadere su un soggetto con specifiche competenze ed esperienze nel territorio.
La conoscenza delle dinamiche locali e comunali, unita a quella delle normative regionali e statali per i diversi ambienti impattati dal progetto (aree naturali, beni culturali o presenza di nuclei abitativi) aiuta a snellire le procedure per la presentazione della documentazione tecnica, anticipando le richieste da parte della PA.
Solo una società con esperienze diversificate nella gestione di progetti civili, industriali e pubblici è in grado di fornire assistenza e supporto immediati, attivando rapidamente i suoi esperti per verificare che l’iter sia seguito con l’attenzione necessaria.
Oltre all’esperienza con diversi enti pubblici, un fattore essenziale da considerare è la conoscenza del territorio.
Un consulente ambientale specializzato saprà valutare, sin dalle prime fasi di progettazione, quale tipo di impatto potrà avere l’opera sull’ambiente.
Ad esempio, nel caso di opere stradali o ferroviarie, sarà da tenere conto la gestione delle terre e rocce da scavo; nella progettazione di impianti industriali e di termovalorizzatori andranno valutate le emissioni; nel caso di discariche, così come di allevamenti o di strutture per la macellazione, l’oggetto dello studio saranno le emissioni odorigene; nella progettazione di impianti funiviari, cavi aerei ed elettrodotti, la valutazione dovrà includere anche l’impatto sull’avifauna.
Focus: l’attività di monitoraggio ambientale
Se oltre al servizio di supporto alla presentazione della VIA, il consulente è in grado di gestire anche l’attività di monitoraggio, tutto il progetto risulterà più efficiente perché la stessa società che ha indicato le misure di mitigazione ambientale ne verificherà l’esecuzione, senza incorrere in imprevisti che possono avere un impatto sui costi e sui tempi previsti in fase di progettazione.
La presenza di un interlocutore unico con esperienza anche nella fase di monitoraggio conferisce sostenibilità al progetto. Il controllo continuo degli effetti ambientali generati dalle attività garantisce la tempestività nell’applicazione di misure correttive adeguate agli eventuali impatti negativi imprevisti.
Se la società di consulenza si occupa della redazione dei piani di monitoraggio, del coordinamento dei monitori e dell’esecuzione di indagini ambientali, si ha un’ulteriore garanzia di competenze che non fanno che accelerare la preparazione della documentazione necessaria alle autorizzazioni.
È opportuno verificare se il consulente selezionato abbia acquisito esperienza sufficiente per assumere il ruolo di Responsabile Ambientale delle opere in fase di esecuzione.
Ma quali sono gli altri servizi di ingegneria ambientale che è bene avere a disposizione? Vediamoli nel prossimo paragrafo.
Struttura del team e servizi proposti
Quando la società di consulenza ambientale è strutturata, pur mantenendo la sua flessibilità per garantire una gestione efficiente dei progetti, si ha la garanzia di un supporto completo, a 360 gradi, in tutte le fasi di attività.
Vediamo alcuni esempi di servizi la cui presenza è più che gradita nel pacchetto offerto dal consulente.
Una società di consulenza dotata di uno o più esperti in Diritto Ambientale sarà in grado di offrire all’impresa cliente l’assistenza tecnico-legale necessaria nel corso delle diverse fasi del progetto.
Se fornisce anche un servizio di due diligence ambientale, il cliente sarà facilitato nell’identificare potenziali responsabilità ambientali prima ancora di rilevare una proprietà o di subentrare in un progetto. In questo modo, anche la valutazione economica sarà sostenuta in primo luogo da una verifica documentale e in un secondo momento da indagini dirette che escludano (o calcolino) la presenza di eventuali obblighi verso parti terze o passività ambientali.
La competenza nella gestione dei rifiuti sia in corso d’opera che a seguito dell’avvio delle attività industriali è sicuramente un elemento prezioso per garantire l’adempimento alle direttive locali e le certificazioni internazionali in materia.
Allo stesso modo, un consulente che abbia esperienza nelle bonifiche porterà le proprie conoscenze già al momento della redazione dei documenti di valutazione del rischio, supportando in caso di necessità la redazione dei piani di caratterizzazione e di campionamento, la messa in sicurezza e la bonifica di siti inquinati, occupandosi dei rapporti con le Autorità.
Un ulteriore servizio che determina l’efficacia dell’affidarsi a un interlocutore unico per la gestione ambientale è il supporto nell’ottenimento delle certificazioni di conformità alla norma UNI EN ISO 14001, al Reg. 1221/09 (EMAS) e al modello 231.
Ritornando invece al tema della conoscenza del territorio, la scelta di una società strutturata consentirà di avere, laddove necessario, un supporto on-site che monitori il progetto da vicino in tutte le sue fasi, senza dovere ricorrere a un subappalto e di conseguenza rallentare l’iter autorizzativo o di esecuzione. È consigliato quindi valutare anche la presenza capillare sul territorio per scegliere il fornitore a cui affidare la gestione ambientale, che si tratti della fase di autorizzazione, di esecuzione o di monitoraggio.
Abbiamo già parlato dell’attività di monitoraggio, evidenziando come, se ci sono competenze anche in quest’ambito, non solo non è necessario rivolgersi a un ulteriore fornitore, ma conoscendo da subito l’impatto delle diverse attività sui costi di progetto, si è in grado di rendere più efficiente tutta la gestione.
A proposito di efficienza, anche i tempi di risposta sono da valutare: quando la società di consulenza ha una struttura capillare, è capace di garantire una presenza territoriale e di fornire un supporto immediato al cliente.
Fin dagli incontri preliminari, è essenziale che il partner si metta in ascolto delle esigenze e dimostri la sua attenzione per indicare la soluzione più efficiente per l’ottenimento delle autorizzazioni e la gestione dell’iter progettuale.
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